betwyll, per leggere ancora

Un nuovo modo di leggere, commentare e condividere: si chiama betwyll la web app di TwLetteratura. Vuoi provarla?

betwyll-teaser

Unisciti ai 500 beta tester che si sono già prenotati: registra la tua prenotazione su betwyll.com.

Abbiamo concepito betwyll perché non vogliamo smettere di leggere. Come Amélie Nothomb, crediamo che la lettura non sia un piacere sostituibile con altri. Leggere ci regala una sapienza e uno stupore del mondo unici, a cui non sapremo mai rinunciare.

Con il metodo TwLetteratura abbiamo dimostrato che le nuove tecnologie non sono sempre nemiche dei libri. Con i nostri esercizi abbiamo fatto leggere migliaia di persone. Abbiamo fatto amare loro opere che avevano dimenticato o che forse non avrebbero mai letto. E abbiamo fatto incontrare queste persone, virtualmente e fisicamente, portandole a discutere delle loro letture.

Il progetto di TwLetteratura non si ferma. Continueremo a leggere insieme, usando Twitter come spazio sociale per commentare, riscrivere, parodiare, riassumere e condividere. Abbiamo già in mente i titoli che vogliamo proporre alla comunità: classici e testi meno conosciuti, letteratura e saggistica.
 
Una cosa nuova

betwyll è la cosa nuova. Una piattaforma web che non sostituisce l’esperienza di TwLetteratura, ma che inventa un modo inedito di leggere e commentare. Poiché siamo ambiziosi, abbiamo concepito betwyll come un ambiente integrato: in un’unica interfaccia ci sono i testi che leggiamo, i nostri commenti, le interazioni che sviluppiamo con gli altri lettori. È possibile commentare pagine o capitoli interi, ma anche passaggi specifici, frasi o singole parole. Ogni commento compare a margine della porzione di testo a cui si riferisce.

Ma c’è di più: betwyll permette di pubblicare le nostre annotazioni di lettura, se lo vogliamo, su Twitter. Dunque la web app può essere utilizzata anche per gli esercizi di TwLetteratura che tutti noi conosciamo. Se invece vogliamo condurre le nostre riscritture su testi inediti, oppure coinvolgendo comunità più ristrette rispetto a Twitter, con betwyll possiamo farlo con facilità. Per questo la piattaforma è particolarmente adatta all’impiego in contesti di lettura specifici: l’ambito della scuola e della didattica in genere, la ricerca scientifica, la cura editoriale, la comunicazione all’interno delle grandi organizzazioni.

L’interfaccia è pensata apposta per la lettura. Non crediamo che lo schermo debba sostituire la carta sempre. Pensiamo però che, quando leggiamo in digitale un testo lungo e complesso, dobbiamo farlo nelle migliori condizioni. Vogliamo leggere in profondità, annotando e commentando. Per questo abbiamo inventato betwyll, perché la lettura che funziona è quella fondata sull’inferenza, il ragionamento deduttivo, le capacità analogiche del lettore, l’analisi critica, la riflessione e l’intuito.
 
Prova betwyll in anteprima

Entro l’autunno betwyll sarà disponibile in beta per coloro che vorranno provarla e darci il loro prezioso feedback: membri della comunità di TwLetteratura, lettori, professionisti dell’educazione e dell’editoria. Sono già 500 i beta tester che hanno chiesto di provarla durante il Salone del Libro di Torino. Diventare un beta tester di betwyll è semplice: occorre registrarsi su betwyll.com.

La versione 1.0 arriverà nel 2016. Agli appassionati di cose tecniche diciamo che “sotto il cofano” di betwyll c’è un’architettura di tipo web, multipiattaforma e multidispositivo: ovvero un’unica applicazione fruibile via browser, indipendentemente dal sistema operativo e dalle dimensioni del client (desktop/laptop, tablet, smartphone). Nel design dell’interfaccia abbiamo comunque adottato un approccio “mobile first”. L’architettura è a tre livelli: AngularJS e HTML5 nel front-end, NodeJS per il modulo di business logic, MongoDB per lo strato di persistenza. Tuttavia nella versione beta al posto di MongoDB utilizziamo un servizio esterno (Firebase) con funzione di back-end.

Tutto questo – è bello ricordarlo – si è reso possibile grazie al contributo di Fondazione Cariplo che ha creduto nel nostro progetto e ha deciso di sostenerci nell’ambito del programma iC – innovazione Culturale.
 
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