Alessandro Parronchi e #NarraSI

Conosciamo meglio Alessandro Parronchi, protagonista, assieme a Mario Luzi, della Mostra presso il Complesso Museale Santa Maria della Scala di Siena

Santa Maria della Scala
Santa Maria della Scala

Alessandro Parronchi, (Firenze 1914-2007). Laureatosi in storia dell’arte, ha poi insegnato questa disciplina per molti anni nelle università di Firenze e Urbino e nell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Formatosi nell’ambiente del «Frontespizio» e di «Campo di Marte», con le sue due prime raccolte di versi, I giorni sensibili (Vallecchi, Firenze 1941) e I visi (Ed. di «Rivoluzione», Firenze 1946) è stato tra i protagonisti dell’ “ermetismo” fiorentino.

Alessandro Parronchi
Alessandro Parronchi

Tra le sue amicizie più durature Carlo Betocchi, Vasco Pratolini, Mario Marcucci, Vittorio Sereni. Nel dopoguerra, la sua produzione si è progressivamente distaccata dalla prima maniera, da Un’attesa (Guanda, Modena 1949, e poi, come silloge delle poesie 1937-48, Istituto d’Arte, Urbino 1962) e L’incertezza amorosa (Schwarz, Milano 1952), per giungere alla sostanza tragica di Per strade di bosco e di città (Vallecchi, Firenze 1954) e di Coraggio di vivere (All’insegna del pesce d’oro, Milano 1956, e poi, come silloge delle poesie 1950-60, Garzanti, Milano 1961). La sua ultima produzione (Pietà dell’atmosfera Garzanti, Milano 1971; Replay, ibid. 1980; Climax, ibid. 1990) è dominata da una risentita meditazione sulla morte, collegata però alla riconferma, in una visione cristiana, dell’amore per la vita. E.Ghidetti ha curato nel 2000 un’edizione in due volumi delle Poesie (Firenze, Polistampa). L’attenzione critica di P. all’arte, dopo alcune monografie su Rosai (Hoepli, Milano 1941, e poi Del Turco, Roma 1948); Van Gogh (Garzanti, Milano 1954) e Degas (ibid. 1954) e un saggio pionieristico sugli Artisti toscani del primo Novecento (Sansoni, Firenze 1958), è culminata negli Studi sulla dolce prospettiva (Martello, Milano 1964), dedicati all’evoluzione della concezione del vedere e alla presenza di questa nell’impostazione costruttiva non solo di opere figurative ma anche di testi letterari; ed è proseguita nell’altrettanto rilevante indagine sulle Opere giovanili di Michelangelo (5 voll., Olschki, Firenze 1968-2003). Queste opere, insieme agli studi su Donatello, sono considerate fondamentali in ambito internazionale dagli studiosi di storia dell’arte e costituiscono dei punti culminanti dell’indagine critica novecentesca. È elegante traduttore di Mallarmé, Rimbaud, Baudelaire, Nerval. Ha raccolto i suoi studi leopardiani in La nascita dell’Infinito (Amadeus, Montebelluna 1989). La bibliografia degli scritti, riedita per il centenario della nascita, è in E. Bassi e L. Manigrasso, Alessandro Parronchi. Bibliografia delle opere e della critica (1937 – 2014), Pontedera, Bibliografia e Informazione, 2014.

Collezione Alessandro Parronchi dell’ente Cassa di Risparmio di Firenze

Emanuele Barletti
Responsabile Collezioni E.C.R.F.

Dopo la mostra Ricordando Parronchi. Artisti del Novecento in Toscana, svoltasi a Firenze dal 18 giugno al 30 settembre 2013, frutto della collaborazione tra l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e la Biblioteca Umanistica dell’Università degli Studi di Siena, il tema delle frequentazioni parronchiane, nell’arte figurativa così come nella letteratura, si ripropone a Siena, grazie all’Amministrazione Comunale e al suo Assessore alla Cultura Massimo Vedovelli, allargato a Mario Luzi, nell’anno in cui entrambe le personalità celebrano il 1° centenario della loro nascita. L’evento fiorentino era stato reso possibile dal fatto che l’Ente Cassa custodisce dal 2009 una raccolta di  opere di artisti attivi in Toscana nel secolo XX che appartenne al grande storico dell’arte e poeta Alessandro Parronchi mentre l’ateneo senese conserva dal 2007, l’anno della morte, la biblioteca e l’archivio di questa eminente personalità. L’iniziativa espositiva non poteva essere realizzata senza l’opportuna integrazione scientifica di questi due fondi essenziali per comprendere la complessità dell’universo parronchiano. La collezione   di dipinti, sculture e disegni fu costituita da Parronchi nel corso della sua lunga militanza professionale ed umana a contatto con alcuni dei protagonisti della vita artistica novecentesca toscana e riflette i suoi interessi critici rivolti specialmente ad artisti collocati al di fuori di percorsi ufficiali e blasonati, ma fortemente radicati nella cultura popolare figurativa del suo tempo e che lo stesso Parronchi seppe intercettare e promuovere per quello che erano e per i valori che trasmettevano attraverso la loro arte.

Il Fondo Parronchi della biblioteca Umanistica dell’Università di Siena
Luca Lenzini
Responsabile Biblioteca Umanistica

Il Fondo Parronchi dell’Università di Siena, acquisito nel 2007, è conservato nella Biblioteca Umanistica dell’Università di Siena e si compone di due sezioni, fortemente correlate: biblioteca e archivio. Il materiale librario è formato da undicimila volumi e rispecchia fedelmente l’ampio arco d’interessi di Alessandro Parronchi, attivo dagli anni trenta nel campo della poesia e della critica d’arte, traduttore, collezionista, collaboratore di quotidiani e riviste. Vi si distinguono due settori principali, entrambi di altissimo livello: le opere moderne e le antiche. Tra queste ultime spicca una serie di cinquecentine, tutte con illustrazioni di grande pregio e stampate da editori di eccellenza. Notevole e di grande valore scientifico è anche il nucleo di libri di architettura, sia in edizione originale sia in reprint. La zona moderna è costituita da uno straordinario insieme di edizioni novecentesche, in cui sono presenti tutti i nomi, maggiori e non, del Novecento italiano e francese. Moltissime di queste recano dedica autografa e talora varianti manoscritte d’autore. Cospicua è la sezione delle riviste, da «La voce» a «Campo di Marte», «Prospettive», «Frontespizio», «Solaria», «Nouvelle Revue Française»». Nella parte della critica e della storia dell’arte (anch›essa integrata da numerose riviste) è fornitissimo l›ambito rinascimentale, mentre per il ‹900 gli studi dedicati agli artisti toscani formano una sottosezione pressoché unica per sviluppo e coerenza. Assai rilevante anche il fondo degli estratti, che integra con saggi ed articoli specifici il fondo bibliografico. L’archivio è costituito dall’epistolario e da un ingente nucleo di documenti autografi; vi è inoltre un ampio archivio fotografico relativo alle opere oggetto di studio ed una serie di dossier dedicati a singoli artisti. L’epistolario conta oltre oltre ottomila lettere ed annovera le voci principali della letteratura italiana novecentesca e di alcuni tra i maggiori protagonisti dell’arte contemporanea. Un sommario elenco contempla Montale, Sereni, Pasolini, Ungaretti, Quasimodo, Luzi, Malaparte, Bigongiari, Fortini, Pratolini, Gatto, Vittorini, Gadda, Betocchi, Bilenchi, Longhi, Palazzeschi, Tobino, Zanzotto, Papini, Timpanaro, Bo, Cassola, Rea, Zavattini, Calvino, Brandi, Carli, Ragghianti, Viani, Rosai, Morandi, Marcucci, Capocchini, Venturi. Tra i manoscritti spiccano le prime stesure di alcuni libri di Vasco Pratolini, amico fraterno di Parronchi: Cronaca familiare, Cronache di poveri amanti, Un eroe del nostro tempo. Parte integrante e caratterizzante del fondo sono numerosi subfondi costituiti da materiali a stampa e di varia tipologia concernenti personalità particolarmente prossime, per amicizia e interessi, a Parronchi: Marcucci, Pratolini, Ghiselli, Tutino, Lazzeretti).

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