I ragazzi delle classi 3°P e 3°R del Liceo Leonardo Da Vinci raccontano i laboratori di continuità didattica da loro realizzati nelle scuole primarie e medie di Reggio Calabria con #TwPinocchio Wired.

L’esperienza di TwPinocchio ci ha stupiti particolarmente poiché abbiamo avuto la possibilità di riscrivere un racconto che apparentemente sembra “per bambini”.
A differenza di #TwSposi, che ha permesso di facilitare l’apprendimento di un romanzo complesso come quello del Manzoni e che richiedeva una certa maturità, in TwPinocchio la spontaneità e la fantasia dei bambini sono stati fondamentali per la buona riuscita del progetto.
Nei numerosi laboratori l’interazione tra ragazzi e bambini ha fatto sì che nascesse un’interpretazione del romanzo condivisa da tutti: grandi e piccini. Relazionandoci con i bambini siamo riusciti a cogliere alcuni aspetti che inizialmente ci erano sfuggiti e il dialogo avuto anche con i personaggi di Pinocchio, sulla piattaforma stessa, ha creato un’atmosfera giocosa, ma allo stesso molto costruttiva.
La riscrittura – ecco i nostri tweetbook: 3°P e 3°R – gira attorno a #TwPinocchio/Wired. Pinocchio, un burattino inizialmente “libero”, si ritrova legato ai fili di una società caotica che lo trascina verso scelte sbagliate e un mare di sfiga infinita! Fortunatamente non è da solo e grazie a qualche ‘aiutino’ riesce anche a ritornare alla fine sulla retta via, sebbene abbia fatto tribolare un po’ tutti quanti. L’avventura di Pinocchio però è stata un esempio sia per noi ragazzi che per i bambini e ci ha aiutati a liberarci dai ‘fili’ che ci bloccavano all’inizio del progetto. L’obbiettivo, a nostro parere, era quello di divincolarci dal nostro stato di ‘burattini’ e diventare uomini e donne finalmente liberi, ma cosa può essere veramente la libertà?
(Attenzione! Adesso si apre il momento psicologico-filosofico :D)
La libertà è avere il coraggio di poter prendere in mano la propria vita avendo coscienza delle scelte di tutti i giorni, distinguendo il bene dal male, evitando così di farsi fregare dal primo che passa, come accade al nostro burattino ancora troppo ingenuo (anche se gli vogliamo bene nonostante tutto).
Le difficoltà ovviamente non sono mancate durante il lavoro: molte volte ci siamo ritrovati impigliati nelle nostre idee, nelle conversazioni a notte fonda, cercando di fare un lavoro di qualità e siamo coscienti di non essere stati impeccabili, ma sappiamo di aver dato il meglio di noi; questa esperienza non ci ha lasciato solo qualche vago ricordo, ma molto di più; anche se ci siamo sentiti immaturi più dei bambini stessi, alla fine abbiamo colto la responsabilità che ci è stata data nel momento in cui abbiamo aderito al progetto.
Il fatto di essere una specie di ponte, o di filo visto che siamo in tema, tra il mondo degli adulti e quello dei bambini ci ha dato l’occasione di poter tagliare i fili che ci rendevano annoiati e passivi di fronte a ciò che ci accadeva.
Grazie a Twitter, infine, i nostri pensieri erano legati da un unico filo conduttore sebbene fossimo fisicamente tutti lontani l’uno dall’altro e questa strana avventura, perché non è da tutti mettersi a riscrivere libri su Twitter, avrà un posto importante nel nostro bagaglio di esperienze, che è mezzo vuoto, ma sono dettagli, perché abbiamo ancora così tanto da imparare!
Un cinguettìo a tutti, ci becchiamo presto 😉