Edoardo Montenegro (*) >
Più di 50 persone partecipanti. Oltre 350 persone attraverso l’hashtag #LunaFalò ne hanno parlato su twitter: 5.250 messaggi rivolti ad una stima di circa 600 mila interlocutori diretti.
Riscrivere La luna e i falò su twitter è certamente un’idea folle. Eppure, oserei dire che c’è del bello a esser matti: fin dall’inizio, chiedendoci se possa esistere una #twitteratura, Pierluigi Vaccaneo ed io ci siamo detti che non avremo provato a farlo con la penna di Cesare Pavese, ma con gli occhi di Nuto, con la voce di chi ama questa terra e le sue storie; di chi percepisce la forza simbolica di un mito e vuole metterlo a confronto con tecnologie e strumenti nuovi.
Cosa è #Lunafalò?
Più di 50 persone, che ogni giorno condensano l’emozione di un capitolo dell’opera più significativa di Cesare Pavese in 140 caratteri. Oltre 350 persone che dal 25 giugno al 27 agosto 2012 attraverso l’hashtag #LunaFalò ne hanno parlato su twitter: 5.250 messaggi rivolti ad una stima di circa 600 mila interlocutori diretti (**). Ecco, sotto questo punto di vista mi sembra di poter dire che ce l’abbiamo fatta: da due mesi a questa parte, su twitter si parla de La luna e i falò e dei suoi luoghi: Santo Stefano Belbo, Nizza, Canelli; la collina di Gaminella, il Salto, la Mora.
E’ la dimostrazione del fatto che quando si mettono insieme l’entusiasmo delle persone, la letteratura e i suoi luoghi, è possibile innovare sia la comunicazione culturale sia il marketing territoriale: ci è voluta la lungimiranza della Fondazione Cesare Pavese e dell’ATL Alba, Bra, Langhe e Roero per dimostrare come tutto ciò fosse possibile.
Cosa spinge le persone a partecipare a #LunaFalò?
In primo luogo vi è un elemento ludico, di puro divertimento, che di per sé non ha bisogno di essere spiegato: è sufficiente provare a giocare, per apprezzarlo. Ma vi è un secondo aspetto, sul quale invece credo che valga la pena soffermarsi. E ciò ha a che fare con il concetto di cultura popolare.
Per comprenderlo bisognava essere qui la notte del 4 agosto, quando sulle colline attorno a Santo Stefano si sono riaccesi i falò per propiziare la fertilità della terra e il raccolto. Partecipare a #LunaFalò, in effetti, significa questo: tornare a chiedersi cosa sia una bigoncia, che cos’è l’uva luglienga. Fare veglia attorno al fuoco, in una notte d’estate, per ascoltare storie antiche.
E’ un modo per ristabilire attraverso la lettura e la (ri)scrittura un rapporto con la tradizione orale, con la memoria contadina; con la coscienza civile stessa di un Paese, ripercorrendo le pagine di un romanzo che è intessuto dall’inquietudine sublime della Resistenza.
->Cesare Pavese – Dialoghi con Leucò<-
Che cosa è una ‘riscrittura’ su twitter?
Lo avevamo già visto con #TweetQueneau, e ora #LunaFalò ce lo dimostra su una scala più ampia: partecipare ad una ‘riscrittura’ su twitter significa fare uscire la lettura dalla dimensione di esercizio individuale e passivo, per riportarla alla sua condizione naturale: un gesto attivo e condiviso, pubblico.
Ebbene, riscrivere qualcosa per poi discuterne in pubblico ha un effetto positivo sull’economia dell’attenzione del lettore: spinge a rileggere un capitolo del libro più e più volte. Il fatto che i tweet siano messaggi pubblici e brevissimi fa sì che si abbia la certezza che qualcuno – almeno uno – dei propri follower li leggerà. E poi, ogni tweet non è una citazione o un riassunto del testo, ma il frutto di un attento lavoro di revisione e di sintesi.
I ‘riscrittori’ vanno alla ricerca di elementi che contestualizzano il racconto: testi, immagini, filmati. Costruiscono associazioni con supporti multimediali non immediatamente riferibili al testo, e tuttavia pertinenti. Selezionano i messaggi altrui, li rimettono in circolazione attraverso i retweet. E soprattutto dialogano, discutono; diventano amici, e finiscono per incontrarsi nei luoghi stessi in cui il racconto è stato concepito.
Attorno al testo nasce una comunità: Antonio Prenna (@antonioprenna) ha ragione, quando dice che #LunaFalò è un “rito collettivo”, una sorta di preghiera letteraria, ancorché radicalmente laica.
->Alcuni dei ‘riscrittori’ di #LunaFalò: @danilopettinati, @maggylisa, @sonoladebby, @giorgiovernoni, @duendeturin, @PaveseCesare, @antonioprenna, @TorinoAnni10 e @micheleaquila<-
Ma cosa ha a che fare tutto ciò con la letteratura?
In effetti, io non sono fra coloro che ritengono twitter capace di produrre storie, nuove narrazioni o letteratura: sulle potenzialità e i limiti di twitter come ‘macchina narrativa’, vi suggerisco di leggere l’affascinante analisi condotta da Tiziano Bonini su Doppio Zero. Ora, a mio giudizio twitter presenta alcuni limiti intrinseci che non gli consentono di dipanare coerenza e coesione al di là del singolo tweet: Italo Calvino direbbe forse che non è consistente. Eppure, paradossalmente, twitter è uno strumento straordinario per parlare di libri: perché consente di rimettere in circolazione attraverso la cultura di massa i modelli della cultura alta, come nel caso di #LunaFalò.
Forse bisognerebbe partire dalla focalizzazione del problema che, analizzando le possibili forme letterarie prodotte da twitter, dà Filippo Pretolani (@gallizio): “cosa vuol fare la scrittura di twitter da grande? Qui per ora (anche e soprattutto nell’ambito del progetto editoriale “2012 cose da fare”) non si capisce bene se in termini di sostegni del cassero sia la Timeline a sostenere il libro a stampa o il libro chiuso a stampa a sostenere la Timeline.”
Questo mi sembra il cuore della discussione, e i nostri ospiti oggi ci aiuteranno ad affrontare il dilemma a partire da esperienze e punti di vista diversi, in attesa che siano i nativi digitali a darci una risposta definitiva: quei bambini che oggi imparano a usare i tablet prima ancora di saper camminare, e che sicuramente avranno con la lettura, – e la letteratura, – un rapporto radicalmente diverso rispetto al nostro.
->Fondazione Cesare Pavese – I libri dell’autore<-
#LunaFalò tradisce il messaggio di Cesare Pavese?
L’ultima domanda che mi faccio è se un esercizio come questo tradisca il messaggio dell’autore. E qui sono convinto nel dirvi di no, che non è così. E’ Cesare Pavese stesso a dircelo, nei Dialoghi con Leucò: “Superfluo rifare Omero. Noi abbiamo voluto semplicemente riferire un colloquio che ebbe luogo la vigilia della morte di Patroclo.”
Ecco, i tweet sono la vigilia del testo: non lo sostituiscono, lo anticipano. L’idea stessa di ‘vigilia’ richiama il concetto di attesa, di sospensione. E’ quella che i semiologi definirebbero una catàfora: una freccia rivolta verso il futuro del testo, non verso il suo passato. Del resto, i tweet di #LunaFalò sono simboli, indici puntati verso ciascun capitolo nello stesso modo in cui una copertina, attraverso un’icona, stabilisce una relazione con l’intero testo.
Allora gli straordinari tweetbook di U10 (@udieci), che ci presenterà Michele Aquila (@micheleaquila), di questo esperimento sono la sostanza fisica, l’esplicitazione materiale e in embrione di una possibile nuova filiera editoriale: perché recano traccia di ciò che altrimenti andrebbe disperso, e sono la sintesi di un impegno collettivo su uno stesso modello testuale.
Insomma, non si tratta di letteratura. Se una twitteratura esiste, è soltanto un gioco letterario, un esercizio ludico di social reading che ci ricorda, – ad esempio, – gli esperimenti di lettura condivisa sul web oggi condotti dalla comunità di Libriamo Tutti (@LibriamoTutti). Non arte, dunque, ma se proprio vogliamo crederci, – e pensiamo di scorgervela sull’entusiasmo di questa esperienza, – una forma radicale, estrema, frammentata e assolutamente deviante di pop art. O di lettura pop.
__________
La nave di #LunaFalò non sarebbe mai arrivata in porto senza il contributo di Cecilia Russo (@CecilieRusso), che ne ha curato gli Storify, e di Cristina Torrengo (@CristinaTDV) che ha instancabilmente contributo ad animarne la comunità a suon di retweet, insieme a tutti gli amici che ne sono saliti a bordo.
(*) Santo Stefano Belbo, 09.09.2012. Appunti per il convegno “#LunaFalò festeggia Pavese: i risultati della riscrittura su twitter”.
(**) Cercando di stimare la reach del progetto, siamo giunti a questo dato in due modi, non necessariamente compatibili e suscettibili di essere entrambi sottoposti ad ulteriore verifica.
Metodo A: identifichiamo con www.twiangulate.com la somma dei follower dei 50 follower con maggiore seguito dei tre account promotori di #LunaFalò: @PaveseCesare (466.647), @TorinoAnni10 (145.728) e @NutoDelSalto (9.228 follower); il totale è pari a 621.603 follower. Scorporiamo disgiuntamente dal totale i follower in comune fra almeno due dei tre account principali: si tratta di 55 account su 2615, pari al 2,10% dei follower (ovvero il 97,9% dei follower non è in comune). Ergo X : 621.603 = 97,9 : 100. Da cui si deduce una reach pari a 608.549 utenti.
Metodo B: i 364 utenti che hanno utilizzato l’hashtag #LunaFalò hanno complessivamente 748.535 follower. Ipotizzando che anche su twitter valga la legge di Pareto, fatto 100 il numero di utenti l’80% di questi seguirà una quota pari al 20% degli stessi in comune. Ergo, la reach di #LunaFalò sarà pari all’80% di 748.535, ovvero 598.828 follower. Resta la necessità di combinare i due metodi, ovvero individuarne un terzo più oggettivo.