Con “Alfabeto privato a partire da H”, twitteratura.it dà inizio alla pubblicazione di un inedito di Antonio Prenna*: non un racconto, non una raccolta di poesie; bensì un corpo di frammenti che ritornano ad essere un testo. Un Alfabeto privato, appunto.
Antonio Prenna, Alfabeto privato a partire da H
H / alfabeto necessario per raccontare le voci di fondo
C’è anche un’eco di traffico nel torpore
Acca può anche essere detto accà
per non pronunciare la parola altrove
come si trattasse di un destino
Ascolto voci intorno
The ice was all between
C’era una volta un re
ascolto distrattamente nel sottofondo ghiaccio
ghiaccio assoluto
scrive Samuel Taylor all around
Giudici traduce pensare sempre
e sempre a mangiare che vizio è
mi chiedo
Dai corpi le anime volarono
impossibile capire vecchio marinaro con queste voci
adesso invece silenzio
la nebbia colà sale
Il silenzio rischia adesso di trasformarsi in assenza di vitalità
Un gioco di interpretazioni
dove le voci esterne sembrano estranee
quelle interiori quasi assenti
su tutto una grande spossatezza
e sguardi di fronte che sembrano fissarti
in realtà son sguardi sofferti e silenziosi
Alfabeto che parte da H e continua per C di Coleridge
per arrivare ai rumori di fondo qui vicino
la superstrada per Roma non è distante
liquide voci che attraversano quest’aria di novembre
un The quasi insapore
notte percorsa da visioni
se questo deve essere posto non so
Sempre meglio andarsene a spasso da soli con le mani in tasca
Testi avanzati che perdono significato
un cane abbaia
prima ha cantato il gallo
immagino che canti sempre a quell’ora
e anche più di tre volte
Alfabeto che parte da H e continua con IPER/TV
si può ricostruire questo piccolo mondo che mi circonda
solo attraverso i suoi rumori di fondo
Il gallo ripete il suo canto strozzato
un tipo intanto mi dice che si commuove spesso
per questo gli si alza la pressione
mi dice anche che sono tutto rosso in viso
il correttore automatico fa il suo lavoro
L’alfabeto finisce con la Z dei Led Zeppelin
mica vero possa finire questo alfabeto instabile
fuori non smette di piovere
lo capisco dal rumore delle gomme sull’asfalto
riassumere personali esperienze di dolore
nell’assopirsi continuo
senza dimenticare gli Zeppelin del ’70
interruzioni sulla linea dell’alfabeto
che continua sulla O di Oblomov
che voglio leggere dal ginnasio
Dopo Oblomov c’è Pavese
e volendo Casanova
Gradirei interpretazioni epistemologiche
impossibile capire del tutto
Ah quel maledetto gallo…
Mangiare prima la frutta
poi abbandonarsi al rumore di fondo dello stereo
da un’auto di passaggio che picchia duro
stump stump
Mangiare poi tutto il resto voracemente e con le mani
arrivano altre voci lontane tutte prive di narrazioni
suonerie impertinenti
click clack di porte che si aprono
“Hai freddo?” dice una voce qui accanto
voglio immergermi in voci vicine
La cosa migliore è ascoltare Mozart in cuffia
voce vicina
Sembrerebbero prove di twitteratura
invece è realtà vissuta qui ora
che è sempre altrove
Cercando la combinazione perfettibile nell’incontro dei tasti
adesso il silenzio è come un sibilo continuo che sovrasta
cani galli auto
leggo che muore l’ultimo degli Strugackij
i fratelli pazzi del soviet
Arkadij morto 20 anni fa, adesso l’altra parte dell’acronimo
quante volte ho visto Stalker
quegli oggetti nell’acqua
Regalai il libro
che era uno della collezione Urania
a Tonino Guerra
l’avranno graffiato i suoi gatti di sicuro
contendendosi la copertina
Il sibilo è spezzato da voci che parlano e parlano e parlano
forse qualcosa capisco
con l’attenzione verso il rumore di fondo
che da quell’alfabeto iniziato da H può invece confondermi
Terzo giorno data astrale eccetera
alfabeto stavolta sonoro voci gracchiate “spetta spe”
colpi di tosse ed è sempre troppo presto
le cinque del mattino
narratività azzerata durante la notte
Kipling & Leopardi saltellanti in cimiteri di guerra
come spiritelli burloni
[vedi alla voce Alessandro Zaccuri]
che potrebbero continuare così senza sosta
fino a perdersi in questi meandri
Sorry per complicatezze un abbraccio…
carissimo mi scrive poi Alessandro
sei una forza della natura
in questi giorni un po’ complicati
mi sei di grande consolazione…
L’alfabeto conosce il suo estremo limite
dopo esser partito da una H piena di incognite
ma su questa tastierina ordina parole qwerty hop nulla osta
Preferirei declinare alfabeti senza rumori di fondo
galli cani auto tv lontane
i “come va?” distanti
“Il gallo qui si sveglia tardi”
dice uno dei vecchi che sono con me
in questa stanza neutra
sarebbe un perfetto piano sequenza stile Antonioni
con la camera che si appoggia placida alla realtà
i rumori di fondo come soundtrack dalla finestra
fino al gallo che urla
Una storia almeno una
tutte le sere prima della buonanotte
perché è dolce addormentarsi ascoltando una voce che legge
oggi ho visto il cane che ho sentito abbaiare
in questi giorni di alfabeto essenziale…
C per il cane B per i latrati
A per l’aria che il verso del cane ha attraversato
alfabeto minimo
alfabetizzazione del presente
alfabeto assoluto
parole che svaniscono in alfabeti alteri
VBNM lettere in sequenze evidenti ma estranee
al mondo vissuto
L’alfabeto può trasformarsi in Atlante
capace di sorreggere questo mio mondo
divenuto privo ormai di rumori di fondo consueti
solo primo piano ora
latrati vicini e a ridosso della batracomiomachia
respiri pesanti e rumori laggiù
di ferri che si compongono ordinati su ferri
grammatiche sdrucite in questo alfabeto minore
[il correttore automatico avrebbe scritto Minosse]
Lasciamo labirinti & cunicoli
avventuriamoci nel mare magnum della notte oscura
tra quell’abbaiare irregolare del cagnone intravisto oggi
L’alfabeto continua con la T di Togliattigrad
“avevo 39 anni”
“non c’era niente”
storie strappate al grigiore del mattino
“70 cm di ghiaia”
dice il mio vicino di stanza
Alfabeto necessario si ferma alla O di ohm suite ohm
dolcezza domotica dostojevskiana?
La O è anche Os Mutantes
mutazioni inevitabili del presente
grigiore imperium
suoni distorti
Alfabetizzare il tempo reale
alfabeto uscita serale comprende la F di Farfa
a casa in giro per il paese ho trovato aperto
il portone di San Cristoforo una volta
In questo schema imperfetto che passa per un Leopardi gotico
si inserisce Ivan Graziani con i suoi grandi occhiali rossi
alfabeto versus G
alfabeto del 1976 vedi alla voce A di amore
summer of love S dentro Estate
B per bistecca carne rossa vino rosso
V per vendetta alfabeto anonymous
sibilo scomparso virgole al suo posto
(lo so che è plurale ma rende meglio)
canti scomposti nell’altra stanza
devo tornare a Leopardi
sfogliando una rivista patinata
annusandone l’odore come un cane
alfabeto animale C per cane
M per Morgan che bercia di là
dentro una tv accesa Alfabeto colorato
attraversando l’arcobaleno mentale d’una serata casalinga
effetti speciali esagerati
poesia a vista
U per Underground
“quando la luce è verde c’è un vento di smeraldo”
alfabeto romanzesco il tempo non esiste
C per Colore per Creazione
alfabeto ancora romanzesco
finir di leggere un libro
e riporlo nel giusto suo posto
è come possederlo vieppiù
Alfabeto onirico sognare incendi dolosi
sognare di essere fermato da un carabiniere
in una pizzeria alla Jannacci
sognare di seguirlo sentendosi colpevoli
svegliarsi fumare e scriverlo
S come sigaro
[Questo testo è ottimizzato per una visione su desktop e tablet: su smartphone, alcuni a capo non programmati possono limitarne il ritmo. Non occorre prescrizione medica, ndr.]
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* Antonio Prenna – (1956) Giornalista e blogger, di formazione antropologica, lavora alla televisione di stato della Repubblica di San Marino, dove si occupa di inchieste e servizi, soprattutto di tipo culturale. In venti anni e più di attività professionale si è imbattuto in incontri e amicizie singolari, fra cui ama citare Dario Fo, Mario Luzi, Mary De Rachewiltz, Tonino Guerra, Carlo Bo, David Grossman, Carolyn Carlson, Giordano Bruno Guerri. Ha lavorato in Rai realizzando documentari e programmi di intrattenimento, collabora con riviste web letterarie e vive nelle Marche. Partecipa con entusiasmo al progetto #twitteratura dall’estate 2012. [@antonioprenna] |