“Alfabeto privato in forma di te” è il quarto brano di Alfabeto privato, inedito di Antonio Prenna*: non un racconto, non una raccolta di poesie; bensì un corpo di frammenti che ritornano ad essere un testo. Un Alfabeto privato, appunto.
Antonio Prenna, Alfabeto privato in forma di te
Cerchi sull’atlante
qualche parola che racconti di te
Segui l’ombra del volo di una civetta
cominci a darti del tu
per capire che tipo di meccanismo è
specchiarsi
guardarsi da fuori
Affronti il lungo viaggio vicino casa
sapendo che poi a casa
ti aspetta la soundtrack del Mahabharata
All’edicola ti rendi conto
che oggi i giornali escono
sfogli qui e là
prendi il corriere per la Fallaci in prima
A casa ascolti il Mahabharata
e leggi di nuovo il libro di Copi
sulla donna seduta
uscito nell’aprile 1968
tutto quanto
È cortissimo
Cerchi di evitare le telecamere
della Banca Popolare
convinto che qualcuno potrebbe vederti
quando torni a casa
guardi la libreria
pensi ai romanzi non letti
e che vorresti leggere
e che forse non leggerai mai
senti sul viso quel filo di barba
Qualche volta su twitter
mi sento come Herzog di Saul Bellow
La differenza è che qualcuno poi ti risponde
dice “cosa vuoi insinuare” per esempio
ascolti invettive nel buio della macchina
quando sei in macchina
pensi che stilare un repertorio
utile per un alfabetoprivato
sia un esercizio fine a se stesso
che però ti diverte
Stai provando ad ascoltare
il silenzio della casa
senza averne l’attitudine
rumoridifondo
arrivano comunque
Così trascorre
il tuo quarto d’ora di celebrità presunta
porgendo al mondo un’immagine di te
che forse non ti corrisponde
cerchi allora una sistematica soluzione
al caos che ti circonda
ma non sai da dove cominciare
Le immagini sulla TL
almeno sull’iphone
spariscono nella sequenza
entra una esce una
Sous tes souliers de satin
sous tes charmants pieds de soie
moi je mets ma grande joie
mon génie et mon destin
C’è stato un momento in ufficio
di commozione umida
ascoltando Hot Rats di Zappa
mentre montavo un fuoricampo
con le immagini del papa
che rinuncia a esser Dio Terreno
Quegli occhi che avevano sfumature verdi
continuano a guardarmi
non sono io che guardo lei
è lei che guarda me
ho isolato gli occhi
l’immagine un po’ sgranata
lo sguardo smarrito mi sta fissando
e chissà se mi guarda davvero
forse devo accartocciarlo quello sguardo
invece piego il foglio
e lo metto in tasca
Ci vorrebbe un Foscolo
uno qualsiasi
ci vorrebbe un Foscolo
per dire della nuda e gelida terra
e un’immagine crepuscolare di cipressi
e la testa china
E’ come se mi guardasse ancora
la bocca semichiusa
quasi a dire qualcosa sempre di incerto
filosofia poetica o roba simile
quelle sue labbra sottili
e lo sguardo incerto di una foto posata
il vestito nero
un ginocchio scoperto
le dita lunghe
Insomma le voci che credevo
le voci dei morti stanotte
che mi parlavano in sogno
in realtà provenivano dalla tv rimasta accesa
Quel linguaggio che credevo segreto
pieno di arcani e sguardi obliqui
era solo banalmente lingua
filtrata per via digitale
Sono tentato di fumare ancora
per rendere piu ipnotico
il mio cammino onirico
Mi sento come l’agente Cooper di Twin Peaks
se mi specchio vedo un altro
riprendo il cammino
verso il termine della notte (cit)
sperando di rivedere in sogno
qualcuno dei miei amici morti
ma senza indagine
senza risposte da cercare
[Questo testo è ottimizzato per una visione su desktop e tablet: su smartphone, alcuni a capo non programmati possono limitarne il ritmo. Le foto sono dell’autore stesso. Non occorre prescrizione medica, ndr.]
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* Antonio Prenna – (1956) Giornalista e blogger, di formazione antropologica, lavora alla televisione di stato della Repubblica di San Marino, dove si occupa di inchieste e servizi, soprattutto di tipo culturale. In venti anni e più di attività professionale si è imbattuto in incontri e amicizie singolari, fra cui ama citare Dario Fo, Mario Luzi, Mary De Rachewiltz, Tonino Guerra, Carlo Bo, David Grossman, Carolyn Carlson, Giordano Bruno Guerri. Ha lavorato in Rai realizzando documentari e programmi di intrattenimento, collabora con riviste web letterarie e vive nelle Marche. Partecipa con entusiasmo al progetto #twitteratura dall’estate 2012. [@antonioprenna] |