“Alfabeto privato con Mario Pischedda” è l’undicesimo brano di Alfabeto privato, inedito di Antonio Prenna*: non un racconto, non una raccolta di poesie; bensì un corpo di frammenti che ritornano ad essere un testo. Un Alfabeto privato, appunto.
Antonio Prenna, Alfabeto privato con Mario Pischedda
Noi siamo qui in questo limbo perenne in questa terra di mezzo di nessuno consapevoli di non meravigliare più – se qualcuno ci vuole meravigliare full time alla fine non ci meraviglia più – lo sappiamo perfettamente ma nonostante questo imperterriti continuiamo il rito della scrittura superficiale quella che non arriva in profondità ci muoviamo perché ci siamo quasi un istinto scriviamo perché ci siamo ai quattro lettori che sono con noi con la solitudine dello schermo con la solitudine della stanza vuota un mare di solitudini dal più famoso al meno famoso alla fin fine non possediamo neanche noi stessi non continuo per non allungare il brodo vegetale e poi quello che conta pare sia il thriller il trabocchetto i doppi giochi l’enigma il diario è consentito ai grandi sapere le loro debolezze le idiosincrasie quel che è certo è il vuoto l’insoddisfazione che non riusciamo a placare né a lenire in alcun modo (Ph. Lar. ).
M come meravigliose modalità del visibile
contratte in una stringa temporale
così risicatamente ridicola
da rendersi compiacente alle modalità dell’udibile
non così tanto maravilliose
#alfabetoprivato
non si parte mai dalla A di Anacronistico
semmai dalle vecchie care 5W del giornalismo verace
Urge chiosa come sai fare tu Mario
altrimenti mi tocca riprendere l’ultimo De Carlo
che pesa un’esagerazione
forse era meglio prendersi un ebook
che pesa un kavolo di kylobite
#alfabetoprivato
un’estate razione che suona appena
come E di esagerazione
una razione d’estate
nihil stat in magica terra sardinia
sentirsi ispirati significa respirare il vento
tra i boschi pieni di selvaggeria
e così la maraviglia ritroverebbe il suo versus
#alfabetoprivato
Ph. Lar. sta per philosophic larsen
#alfabetoprivato
quella maledetta B di brodo primordiale
e nessuna chiosa potrà lenire
il tormento della tentazione di esistere
Tirteo Saffo Ipponatte Teocrito
vado a braccio
i residui mnestici del liceo
quant’acqua passata sotto i ponti
ricordo la cetra la lira
l’ombra sotto l’albero del melo
le invettive
schegge sublimi
sì il frammento ha un suo fascino inesauribile
suggerisce suggestiona non definisce nè finisce
ti lancia in uno spazio inesplorato
come una meteora nel cielo
e poi l’amore mai velato il piacere
la sensualità mai tacciata di volgarità
ed infine la miniera leopardiana dello zibaldone
tutta la filosofia racchiusa in un attimo
in una intuizione
[Le foto sono dell’autore, ndr]
![]() |
* Antonio Prenna – (1956) Giornalista e blogger, di formazione antropologica, lavora alla televisione di stato della Repubblica di San Marino, dove si occupa di inchieste e servizi, soprattutto di tipo culturale. In venti anni e più di attività professionale si è imbattuto in incontri e amicizie singolari, fra cui ama citare Dario Fo, Mario Luzi, Mary De Rachewiltz, Tonino Guerra, Carlo Bo, David Grossman, Carolyn Carlson, Giordano Bruno Guerri. Ha lavorato in Rai realizzando documentari e programmi di intrattenimento, collabora con riviste web letterarie e vive nelle Marche. Partecipa con entusiasmo al progetto #twitteratura dall’estate 2012. [@antonioprenna] |