Un tremendo bisogno di condividere

@IoMarcoPolo intervista @ilKublaiKhan a conclusione di #invisibili. Un dialogo sul senso di una lunga partita a scacchi e sull’importanza di condividere: “tu e io siamo l’uno in funzione dell’altro.”

@IoMarcoPolo – Sire, in questi cinquantacinque giorni hai continuato nonostante tutto ad ascoltarmi. Spesso hai dubitato dei miei resoconti, talvolta hai finto di annoiarti, in un’occasione hai cercato addirittura di sostituirmi con il grande atlante del tuo impero, ma in fondo hai continuato a fidarti di me. Che cosa ti resta di questa partita a scacchi?

partenza di marco polo@ilKublaiKhan – Ciò che più mi resta sta nell’affermazione “ciò che conta non è la voce ma l’orecchio”. E’ stata un’esperienza diversa dalla precedente, caro @IoMarcoPolo. Precedentemente eravamo solo io e te, con la nostra scacchiera, ma questa volta senza quasi accorgerci, ci siamo confrontati con più partite contemporaneamente, le scacchiere erano molteplici e i cinguettii che muovevano i pezzi erano così diversi tra di loro che per quanto mi riguarda ho dovuto imparare a leggere con attenzione ogni singolo tweet.

A volte l’ho trasformato in immagine, altre semplicemente retuittato o “stellinato” a futura memoria.
Una cosa è certa però, ho compreso quanto l’ascolto possa fungere da stimolante per la propria fantasia e di questo ringrazierò sempre te e i nostri follower.

@IoMarcoPolo – Al termine del viaggio che abbiamo compiuto insieme, pensi di conoscere meglio il mondo che si trova sotto il tuo dominio o hai le idee più confuse di prima?

Non lo conosco meglio o peggio, sono però in grado di costruirlo e ricostruirlo in tante forme diverse, sono divenuto un abile muratore e grazie ai tweet che continuamente alimentano il mio cantiere posso evitare che “…quest’impero che ci era sembrato la somma di tutte le meraviglie è uno sfacelo senza fine né forma…”.

@ioMarcoPolo – Quale delle innumerevoli città che ti ho raccontato ami di più e perché?

@ilKublaiKhan – Diomira, che vi sia di buon auspicio dati i tempi nei quali vi è dato di vivere, io sono imperatore e non conosco la fatica se non quella per preservare il potere, a voi è dato un periodo instabile dove le opportunità paiono sempre più celate e difficili da cogliere; prestate quindi l’orecchio alla “…voce di donna grida: uh!” e ricordate, come si conviene a Diomira, “…d’aver già vissuto una sera uguale a questa e d’esser stati quella volta felici.”.

@IoMarcoPolo – Sospetto che tu abbia giocato con me con il tuo avatar. Forse non sei @ilKublaiKhan, così come @IoMarcoPolo non sono io. O forse @ilKublaiKhan è un tuo eteronimo, un frammento di te. A che cosa serve questo gioco?

@ilKublaiKhan – Su tutto sono convinto serva a migliorarsi nell’ascolto di più voci differenti. Sta poi ad ognuno di noi “…cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”.

@IoMarcoPolo – Un’ultima domanda: che differenza c’è fra la mappa e il territorio?

@ilKublaiKhan – Non so quale sia la loro differenza, però sono un po’ come me e te @IoMarcoPolo l’uno in funzione dell’altro, non ci sarebbe mappa senza un territorio e cosa sarebbe un territorio senza una mappa per esplorarlo? La verità è che abbiamo tremendamente bisogno di condividere per vivere.