Che Fare? E' tempo di essere SMartIt

SMartIt, società mutualistica per artisti, è in corsa per la finale del premio Che Fare. Abbiamo chiesto al suo a.d., Giulio Stumpo, di raccontarci il senso di questa sfida.

In poche parole: cosa è SMartIt e perché dovremmo votarla per Che Fare, il premio promosso dall’associazione Doppiozero per valorizzare i progetti culturali ad alto grado di innovazione?

SmartIt è in lizza per Che Fare

SMartIt sta per Società Mutualistica per Artisti. E’ una cooperativa in forma di impresa sociale, dunque nell’ambito del non profit con un forte accento sulla responsabilità sociale di impresa, che vuole favorire il lavoro e la mobilità internazionale degli artisti. SMartIt fa infatti parte di un network diffuso in 10 paesi europei che ha l’obiettivo di fornire strumenti di gestione delle attività degli artisti nel contesto europeo. Nell’ultima riunione di SMartEu, – la nascente piattaforma europea che riunisce tutte le SMart presenti nei singoli paesi, – abbiamo stabilito quali sono i valori che ci uniscono e vogliamo instaurare un processo di partecipazione attiva degli artisti per definire un nuovo statuto d’artista europeo che tuteli meglio la professione dell’artista e dei creativi in tutti i paesi.

La selezione per il premio Che Fare ci sta permettendo di farci conoscere meglio e ci stiamo impegnando per dare una informazione chiara di cosa facciamo e di come vogliamo farlo. Se dovessimo vincere il premio finale, i 100.000 euro servirebbero ad implementare un fondo di garanzia, previsto nel nostro statuto, che servirà a garantire la puntualità del pagamento del lavoro degli artisti. SMartIt infatti ha un modello di business mutualistico nel vero senso della parola: gli artisti e i creativi soci di SMartIt si dovranno aiutare reciprocamente proprio per mezzo del fondo di garanzia previsto nello statuto.


In cosa si differenzia l’attività di SMartIt in Italia rispetto agli altri operatori del settore? E soprattutto, perché l’Italia arriva oggi a questa soluzione già consolidata all’estero?

SmartEu - Per gli artisti in EuropaE’ proprio il fondo di garanzia a fare la vera differenza con gli altri operatori del settore. D’altronde l’idea è semplice (come fare lo zabaione!): nel modello di SMart il capitale viene accantonato dai soci, e da tutti quelli che vogliono contribuire a titolo di liberalità, con l’obiettivo mutualistico di garantire il puntuale pagamento del lavoro artistico degli stessi soci. In Belgio SMartBe riesce ad onorare i pagamenti degli artisti dopo soli 7 giorni dallo svolgimento dell’attività lavorativa indipendentemente da quando il committente pagherà SMartBE. In Italia, anche grazie all’aiuto che la Fondazione SMartBe sta dando a SMartIt, prevediamo di poter assicurare la certezza dei tempi di pagamento con l’obiettivo di arrivare a tempi di pagamento sempre più ridotti. Il progetto sbarca adesso in Italia perché vogliamo fare le cose per bene: abbiamo fatto un approfondito studio di fattibiltà che è durato 6 mesi, da febbraio a luglio 2013. Lo studio è stato promosso da C.Re.S.Co. (Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea) e finanziato oltre che dalla Fondazione SMartBe anche dalla Fondazione Cariplo. A conclusione dello studio abbiamo deciso di costituire la cooperativa che è nata formalmente il 7 ottobre 2013, soltanto 3 mesi dopo la conclusione dello studio: tempi da record. Considerando che SMart funziona a pieno regime in Belgio, Francia, Spagna, Svezia e Inghilterra, in Italia non siamo poi così indietro: negli altri paesi (Danimarca, Germania, Olanda, Austria, Ungheria) si stanno completando gli studi per applicare il modello SMart così come si è fatto in Italia e si prevede la loro operatività a breve.


Quanto e quale spazio rimane per iniziative mutualistiche – come SMartIt – in un contesto in cui pare prevalere un’ideologia secondo cui la cultura ha da essere privata o non può essere?

SmartIt - Il team che sfidò Che FareQuando si attraversano momenti di crisi è più facile comprendere quale sia il valore della solidarietà. La nostra società si è forse troppo fidata dell'”animal spirit” e ci rendiamo sempre più conto di quanto siano necessari strumenti di sostegno reciproco. Soprattutto quando il ruolo dello Stato viene sempre meno, ci si rende conto che bisogna attrezzarsi tra umani. Visto che questo blog parla di letteratura dovremmo citare Leopardi e “l’umana compagnia” per spiegare meglio cosa vuol dire mutualismo.

Da recenti indagini ISTAT emerge che il terzo settore è in forte aumento nel nostro paese e una delle spiegazioni di questo incremento sta, ahinoi, nell’arretramento dell’impegno dello Stato e degli Enti Locali nei servizi ai cittadini. Il vuoto lasciato dal settore pubblico non vuole però dire che viene meno il bisogno di servizi pubblici essenziali. Secondo noi la cultura è un servizio pubblico essenziale come può esserlo la sanità, l’assistenza, la mobilità, la giustizia. Senza un ospedale efficiente si muore, ma senza la cultura e la creatività si perde la nostra identità che equivale a morire anche se non fisicamente.

Il ruolo di SMart pertanto non vuole essere sostitutivo del necessario impegno pubblico nella cultura, anzi vorremmo farci promotori e sostenitori di una politica che ponga sempre maggiore attenzione alle ragioni dell’arte, ma vuole fornire un sostegno concreto a tutti gli artisti e i creativi, soprattutto se giovani e con pochi strumenti per lavorare in autonomia. Lo Stato poi, anche nei momenti di crescita economica, non sempre riesce a fornire un antidoto importante contro l’insicurezza e la precarietà lavorativa: la puntualità dei pagamenti.


In Italia – e su Twitter – ha suscitato molto clamore la campagna #coglioneNO, che denuncia le condizioni di sfruttamento a cui sono sottoposti i giovani creativi. Perché la cultura in questo Paese non si paga?

Fare un lavoro creativo è davvero molto complicato. Io sono laureato in economia e mi occupo da sempre di economia della cultura. Ho difficoltà a spiegare alle persone che me lo chiedono che lavoro faccio. John Coltrane una sera dopo una session in un jazz club nella quale aveva suonato degli standard disse al suo produttore, che lo esortava a proseguire a fare musica più facile come quella eseguita quella sera, che aveva intenzione di proseguire la sua ricerca e che non sapeva da che parte l’avrebbe portato, ma che intendeva seguirla comunque… Dopo qualche mese venne prodotto “A Love Supreme” uno dei dischi più belli, a mio avviso, della storia della musica Jazz.

Ebbene, lavorare nell’arte è una attività molto fuori dagl schemi. I lavoratori dell’arte non hanno orari, il lavoro creativo ha metodologie di lavoro spesso differenti, che cambiano da artista ad artista, i gruppi di artisti inventano nuove cose anche facendo apparentemente niente. In più il lavoro creativo è spesso divertente (non per questo non faticoso, anzi). Questa condizione di diversità è difficile farla capire alla maggior parte delle persone. Siamo ancora legati ad un concetto di lavoro Ottocentesco legato al manufatturiero mentre non ci rendiamo conto che la competizione globale si vince se siamo in grado di valorizzare gli assetti immateriali delle nostre produzioni. Proprio noi italiani abbiamo basato gran parte del nostro sviluppo industriale sulla creatività, sul design, sullo stile italiano che è riconoscibile in tutto il mondo ma non siamo in grado di riconoscerne il valore aggiunto. Non dimentichiamoci che fino a pochi mesi fa avevamo Ministri della Repubblica che sostenevano che con la “cultura non si mangia”. Immaginate a quale livello può essere la reputazione del lavoro di un artista presso i cittadini medi italiani. Eppure, se ci guardiamo bene intorno hanno fatto molti più danni gli economisti che non gli artisti.

Personalmente ho preferito la campagna fatta da un’orchestra italiana che suonava con dei cartelli con sopra scritto: “Se fossimo stati una banca ci avrebbero già salvati”.

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Twitteratura sostiene la candidatura di SMartIt al premio Che Fare, perché si riconosce nei valori che rappresenta e nel suo progetto di innovazione sociale: votala anche tu!



Giulio Stumpo SMartItGiulio Stumpo (@giulio_stumpo) – Giulio Stumpo si occupa di analisi, valutazioni economiche e progettazione e gestione per la cultura e le industrie creative. E’ socio e Amministratore Delegato di SMartIt. Si è occupato di Osservatori dello Spettacolo e della Cultura per il MiBAC, per l’ICCD, per la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, per istituzioni private nazionali ed internazionali. Fa parte del network di esperti internazionali sulle politiche culturali ConnectCP. E’ membro nel Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Teatro delle Muse di Ancona. Scrive di economia della cultura, finanza locale, consumi culturali. Insegna “Economia delle autonomie locali” presso la Facoltà di Economia dell’Università dell’Aquila.