Simone Grassetto è uno dei 39 insegnanti che, dal 25 novembre, stanno partecipando a #TwSposi: la sua classe è una prima dell’Istituto d’istruzione superiore Giovanni Falcone di Asola (Mn). Lo abbiamo intervistato perché, per la riscrittura, ha adottato un metodo particolare e molto schematico, che gli ha permesso di sfruttare, a livello didattico, la disintermediazione che Twitter consente
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Cosa l’ha spinta a partecipare a #TwSposi?
Prima di conoscere la vostra iniziativa e avviare la mia classe a twittare I promessi sposi, mi era venuta l’idea di tradurre la sinossi di un testo narrativo in 140 caratteri e cercavo un modo per utilizzare Twitter a fini didattici. Per farlo, mi sono documentato online su blog e siti, quindi ho tradotto tutto in una dichiarazione d’intenti. La coincidenza d’intenti miei e vostri nella riduzione (più che riscrittura, così come la intendo io) del tomo manzoniano mi ha così spinto a coinvolgere la classe I C Relazioni Internazionali. Ho cominciato sondando il terreno, senza forzare, facendo lezioni propedeutiche sull’accounting Twitter e sulla deontologia di chi utilizza questo social network. Ho mostrato esempi e ho cominciato con il permettere loro di usare il proprio cellulare in classe per twittare le mie lezioni (mentre spiego) di Storia e di Letteratura.
Lei era già attivo su Twitter; i suoi alunni lo avevano mai usato prima di #TwSposi? Con la riscrittura hanno preso maggiore confidenza con questo social?
Non sono mai stato quello che si dice un fanatico dei social, quello che posta e condivide, che “piace” tanto per acconsentire al galateo della rete; sono un lurker ossessivo, questo sì: osservo molto, seguo tutto, mi informo su ogni risvolto possibile tra Internet e didattica. Sono un esteta dell’immagine iconografica e dell’espressione verbale (scritta e locutoria). Pratico quella che ritengo sia una sorta di fascinazione indotta, quella che arriva allo studente attraverso l’uso multimediale e interattivo delle proprie lezioni.
Per la raccolta dei tweet da inserire nei tweetbook ho creato una lista che ospita tutti gli studenti, quindi li sto seguendo e mi accorgo che il loro uso di Twitter non si discosta molto dallo stile che usano per parlarsi attraverso, per esempio, Whatsapp, un modo insomma consono alla loro giovane età. Tuttavia alle volte sorrido leggendo qualche frase/rimando alla Letteratura, alla Storia e all’Arte. Le studentesse della I C RI sono nella maggior parte dei casi delle brave lettrici: leggono molto e, dopo un mio invito, hanno cominciato a scambiarsi i romanzi che leggono.
Quanti studenti della sua classe stanno partecipando a #TwSposi?
La I C RI è una classe composta da 29 studenti (di cui 3 maschi). Pochi avevano già l’account Twitter, alcuni l’hanno creato per l’evento, altri pur avendolo hanno preferito rimanere nell’anonimato e twittano mandandomi una mail, altri ancora sul quaderno. Sono circa una ventina quelli che twittano con regolarità e assiduità.
Per la riscrittura, lei ha adottato con i suoi studenti un metodo molto particolare e ben strutturato: ci vuole spiegare come ha fatto lavorare i suoi studenti, in classe e a casa, e anche le specificità di questo metodo?
Siamo partiti con l’idea di twittare le sinossi di ogni capitolo, cioè di ridurre (non di riscrivere) il romanzo in 140 caratteri per 38 capitoli. In concomitanza a questo, per esaudire il mio obiettivo di far leggere I promessi sposi agli studenti, abbiamo cominciato a twittare ogni capitolo per frasi. Mi piego: ogni capitolo deve essere letto e suddiviso in sequenze (sullo stile della mia edizione preferita dei Promessi sposi, quella curata da Ezio Raimondi e Luciano Bottoni), che ho chiesto agli alunni di twittare aggiungendo all’hashtag #TwSposi la $ di Dollaro. Per ognuna di queste sequenze viene individuata una frase che meglio riassuma il contenuto (la sequenza viene, come dire, titolata), che ho chiesto agli alunni di twittare aggiungendo a #TwSposi il simbolo £ della Lira. Quindi, si twitta il capitolo in progressione numerica (per esempio, per il Capitolo XI vengono individuate 10 sequenze narrative: primo tweet 1/10, secondo tweet 2/10, terzo tweet 3/10 fino al decimo tweet 10/10), segnalando per ogni tweet se si tratta di sequenze ($) o frasi (£).
Abbiamo cominciato a twittare anche le figure retoriche, stilistiche e metriche, previa mia spiegazione delle rispettive definizioni. Loro possiedono un libro di testo (edizione scolastica diversa dalla mia, pdf su tablet, ebook su Kindle) con dovizia di note a piè di pagina che spiegano, indipendentemente da me, le varie figure retoriche e le indicano nel testo. Tuttavia, se leggendo ne individuano una ma hanno dubbi sulla sua tipologia, allora mi chiedono il parere preventivo via mail: io do loro il consenso di twittarla oppure li correggo.
Twittiamo due capitoli a settimana: il martedì mattina io faccio una lezione sul contenuto dei due capitoli, soffermandomi sulle strategie narrative adottate (lezione extra libris di narratologia), quindi loro twittano il primo capitolo il mercoledì pomeriggio/sera e il secondo capitolo il sabato pomeriggio/sera. Il venerdì interrogo sui due capitoli, in vero su ciò che ho detto a lezione il martedì (sinossi, figure retoriche, stile narrativo, personaggi, curiosità, attualità). Personalmente raccolgo i loro tweet il giovedì e la domenica e li dispongo a formare tre differenti tweetbook.
Si può dire che Twitter sia stato, per lei, un valido aiuto alla didattica: lo reputa un incentivo allo studio o no? Come mai?
Certamente, e approvo con molto favore i vostri intenti “neoletterari” di Twitteratura, di riduzione e trascrizione dei padri della narrativa italiana (Calvino, Pasolini), per procedere adesso sulla riscrittura delle favole.
Come mai affrontare i “Promessi sposi” in prima e non in seconda?
In prima si fanno i capitoli più significativi, studiandoli dal punto di vista degli elementi della narrazione, per arrivare a circa metà romanzo. Io ho colto l’occasione di farlo tutto quest’anno, solo in questa prima: è molto impegnativo ma ne vale la pena. Vedo, percepisco, che a qualcuno va a genio questa cosa e sta apprezzando il romanzo per quello che sottende: lo stile narrativo; la bellezza (cura) di ogni personaggio; la storia nel romanzo; le figure retoriche; l’ironia e il disincanto.
Simone Grassetto (@kn0l0gy) – Vive a Mantova, dove insegna Lingua italiana e Storia nelle classi prime del settore Tecnico ed Economico: Amministrazione, finanza e marketing; Relazioni internazionali per il marketing; Sistemi informativi aziendali dell’Istituto d’istruzione superiore Giovanni Falcone di Asola (Mn). È formatore e tutor LIM per l’Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) nonché coinvolto nel progetto Generazione Web Lombardia, per cui ha creato e modera l’omonimo gruppo su Facebook.