Paola Toto è uno dei 39 insegnanti che, dal 25 novembre, stanno partecipando a #TwSposi: anche a lei, come al professor Simone Grassetto la scorsa settimana, abbiamo chiesto di spiegarci come la sua scuola ha partecipato alla riscrittura.
Da insegnante di Fisica, il tuo ruolo è stato quello di coordinatrice, in quanto esperta di twitteratura, di tre classi seconde dell’Istituto Professionale Enrico Bernardi di Padova. Un’insegnante di Fisica che partecipa alla twitteratura è forse una mosca bianca? Vuoi raccontarci qualcosa della tua passione per la letteratura?
Sono un caso anomalo, vero. La letteratura e la scrittura sono state il mio primo amore: non sapevo ancora leggere e scrivere e mi recavo in libreria con il nonno per scegliere un libro che poi i miei mi avrebbero letto. Il nonno da piccola mi regalava libri e non giocattoli e lo ringrazio enormemente per questo. Alle elementari era evidente la mia predisposizione per le materie umanistiche, mentre ero completamente negata per la matematica; passione, questa, esplosa in seconda media e da lì mai più fermata: crescendo, ho cercato di coltivare entrambe. Da tre anni ho ripreso a scrivere poesie (da bambina le componevo con mio padre) e ho pubblicato due libri miei e quattro antologie con altri autori.
Come ti sei avvicinata alla twitteratura? Che cos’ha in più, questa metodologia, per attrarre tanta gente a parlare di letteratura in prima persona?
Ho scopero la twitteratura seguendo alcune persone che stavano partecipando a #LunaFalò, la riscrittura de “La luna e i falò” di Cesare Pavese: mi limitavo a leggerli senza il coraggio di provare anch’io. Ho però partecipato all’esperimento successivo, #Leucò, la riscrittura dei “Dialoghi con Leucò”, sempre di Cesare Pavese, ed è stato amore. Per me è stata l’occasione per colmare le mie lacune in mitologia (ho frequentato un Liceo Scientifico sperimentale in provincia di Lecce) e anche per comporre – con i 140 caratteri di un tweet – keiryū, un genere di poesie brevi di ispirazione giapponese costituito da 42 sillabe divise in cinque versi secondo un preciso schema metrico (un personale esperimento confluito nella seconda parte del mio secondo libro). Da #Leucò non mi sono più fermata e ho partecipato alle riscritture successive: emozionante l’incontro con gli altri partecipanti al Salone del Libro di Torino nel 2013.
Riscrivere un’opera seguendo il metodo twitteratura è, secondo me, un modo per leggere e rileggere più volte un testo, assimilandolo e facendolo proprio, lasciando che i pensieri, suscitati da quella lettura e ri-lettura plurima, seguano il loro corso, rifacendosi allo stretto legame esistente tra segno e simbolo: “Cose che richiamano altre cose”, cioè “parole e concetti che ne richiamano altri”.
L’IPSIA “Enrico Bernardi” è l’unico istituto professionale tra le scuole di #TwSposi e ha lavorato finora molto bene: com’è stata quest’esperienza vissuta da dentro? Come hai convinto la scuola prima e gli alunni poi a partecipare?
Appena ho saputo, durante l’incontro di Parolario a Como in occasione delle premiazioni per #PaesiTuoi, che il nuovo progetto di twitteratura sarebbe stato esteso alla partecipazione delle scuole superiori non ci ho pensato due volte a proporlo alla mia scuola, non badando al fatto che fosse un Istituto Professionale. Non nascondo che il pensiero “La riscrittura dei Promessi Sposi al ‘Bernardi’ è una follia” si è affacciato più volte nella mia mente durante questi mesi, soprattutto quelli iniziali; ma puntualmente mi sono risposta “Ok, mi butto!”. Ho azzardato molto, sconvolgendo l’ordine delle operazioni canoniche: ho prima iscritto la scuola, poi ne ho parlato con il Dirigente Scolastico (il mio entusiasmo nel descrivere il progetto lo ha subito convinto a far partecipare la scuola, anche perché è lui stesso favorevole a tutte le innovazioni che svecchino la didattica) e con le colleghe di Italiano.
Questo è stato lo scoglio più duro da superare: io insegno Fisica e non faccio parte del Dipartimento di Lettere. Ci sono stati un paio di incontri informali con le colleghe, a cui ho spiegato il progetto e il funzionamento di Twitter e della riscrittura: abbiamo letto una pagina del primo capitolo e su quella abbiamo provato insieme a scrivere dei tweet. Da dicembre in poi ho rinunciato al giorno libero per fare il giro delle classi coinvolte a spiegare il progetto, twittando o simulando la scrittura di tweet: ho usato slide e la LIM e presentato i personaggi del romanzo che, grazie a #TwSposi, potevano interagire con i ragazzi. Divertente il disorientamento dei miei studenti, che mi chiedevano: “Che c’entra Fisica con i Promessi Sposi?” o “Dobbiamo fare una relazione di Fisica pure sui Promessi Sposi?” Abbiamo poi creato i tre account delle classi II B, II F e II D indirizzo Meccanico: era fondamentale, a mio avviso, che i ragazzi si mettessero in gioco in prima persona, non aveva senso che fossi solo io a gestire l’account della scuola perché avrebbero perso il gusto della twitteratura, cioè l’interazione. Da questa esperienza ho imparato che “l’entusiasmo genera partecipazione”: se si propone con entusiasmo il progetto, poi le adesioni arrivano. Ci vuole pazienza e impegno.
Qual è stato il metodo di lavoro che avete seguito per #TwSposi?
Superati i primi ostacoli tecnici, abbiamo stilato con le due colleghe di Italiano il calendario personalizzato e il relativo progetto. Le colleghe in classe hanno letto con i ragazzi l’intero capitolo, soffermandosi sull’analisi testuale; alla fine della lettura, i ragazzi in coppia scrivevano i tweet, focalizzandosi su alcuni aspetti emersi durante la lettura. Ho fornito ai tre studenti che gestivano i tre account i miei contatti per velocizzare la comunicazione: non avrei mai pensato, prima di #TwSposi, che sarei arrivata a fornire i miei dati personali agli studenti!
Per ogni capitolo ci siamo dati un numero minimo di dieci tweet da inviare. A conclusione di ogni capitolo abbiamo realizzato insieme i tweetbook, poi stampati e raccolti in cinque libroni. Le tre classi hanno dato un proprio taglio personale alla riscrittura: ognuna ha vissuto la riscrittura come una gara e non c’è stato modo di farle interagire tra loro. Per alcuni capitoli, ho preparato un riassunto per nodi tematici, apponendo alla fine del foglio 140 caselle; ho distribuito la fotocopia in classe e assegnato ogni sequenza ad una coppia che si sarebbe occupata di scrivere almeno un tweet sulla stessa. Per prepararli alla settimana da #Bravi, abbiamo lavorato nelle due settimane precedenti sulla lettura dei due capitoli e sulla scrittura dei tweet. Inoltre, all’interno della scuola abbiamo allestito due punti #TwSposi e affisso volantini pubblicitari sui muri: la pubblicità ha funzionato perché anche alunni di altre classi mi hanno mandato tweet da inviare con l’account della scuola.
Il tuo ruolo è stato quello di “coordinatrice” delle varie classi come esperta di twitteratura?
Sì, oltre a quello di “correttrice di sintassi di Twitter”: i ragazzi all’inizio mi inviavano i tweet via Whatsapp, io aggiungevo la citazione dei personaggi e gli hashtag e dopo loro li pubblicavano su Twitter; con il passare del tempo sono diventati autonomi sia nelle risposte alle menzioni sia nell’invio di tweet. Durante la settimana da #Bravi hanno inoltre dimostrato un entusiasmo contagioso, che ha fatto pentire gli studenti delle altre seconde non in gioco di non aver aderito al progetto.
Quale aspetto gli studenti hanno dimostrato di apprezzare di più e quale quello che è piaciuto meno?
Ai ragazzi è molto piaciuta l’interazione con i personaggi: ogni volta che un personaggio rispondeva alle loro menzioni mi cercavano per dirmi “Prof, @TwTizio ha risposto. Come rispondiamo adesso?”. Proprio per questo, non hanno per niente apprezzato l’assenza di interazione con alcuni personaggi, pur menzionati. In generale, quest’esperienza è stata molto positiva per molti aspetti: i ragazzi si sono messi in gioco, hanno colto appieno la fiducia loro concessa e si sono comportati in modo corretto. La loro preoccupazione principale è stata quella di far bene stando attenti a correggere errori e refusi. Hanno messo in gioco abilità di cui noi insegnanti non sospettavamo: i tweet-copertina di apertura per il capitolo XXIX e XXX sono stati realizzati da uno di loro, così come il montaggio dei video.
Paola Toto (@comemusica) – Insegna Fisica all’IPSIA “Enrico Bernardi” di Padova. Laureata e addottorata in Matematica presso l’Università del Salento, è abilitata in tutte le cinque classi di concorso che permettono l’insegnamento di Matematica e Fisica nella scuola secondaria superiore di primo e secondo grado. Ha conseguito anche la specializzazione nel sostegno.