Cristina Porcheddu è un’insegnante di Lettere e Latino che ha portato la twitteratura nel suo liceo, il linguistico Isabella d’Este di Tivoli. La sua II C ha partecipato a #TwSposi (anche come #Bravi del capitolo XXXVII), mentre la I C si è ispirata ai disegni di #Invisibili per un esercizio di visual thinking.
Come ha scoperto i progetti di Tw Letteratura ai quali ha partecipato con le sue classi? Quale parte del metodo Tw Letteratura ritiene che sia più valida, a livello didattico? Qual è invece quella che appassiona di più i suoi studenti?
Ho scoperto i vostri esperimenti di Tw Letteratura a settembre/ottobre 2013 grazie a Twitter e li ho trovati da subito molto interessanti. C’è voluto un po’ di tempo per organizzarsi; poi, però, ce l’abbiamo fatta. Trovo molto importante che vi occupiate di scuola perché state offrendo la prova che anche i nostri studenti possono leggere e amare i classici e che il rinnovamento delle metodologie didattiche apre a nuove modalità di dialogo con gli studenti. Infatti, i docenti che si mettono in una posizione di ascolto delle loro esigenze, che si avvicinano con curiosità e interesse alle loro modalità comunicative, che interagiscono con gli stessi loro device pur mantenendo il proprio ruolo di guida, constatano che la relazione educativa, proprio per questo, si arricchisce. Gli studenti apprezzano l’insegnante che mostra attenzione e rispetto per il loro mondo e, quasi automaticamente, sul campo il docente guadagna “punti”. Per quanto riguarda il gradimento degli studenti, direi che la gran parte di loro si è appassionata alla riscrittura dei Promessi Sposi. Provo ad ipotizzarne i motivi:
- Scrivere un tweet obbliga alla brevitas e tiene lontano il rischio di dover costruire frasi lunghe, difficili, articolate, come nei saggi o nei temi.
- Citare e ritwittare una frase letta sul libro perché li ha colpiti particolarmente è un esercizio relativamente semplice (ma didatticamente molto efficace e forse questo loro non lo sanno) con il quale esprimono la loro sensibilità, le loro capacità critiche, la loro personalità.
- L’interazione con i “TwPersonaggi” è un gioco bellissimo che li gratifica enormemente: vedere il proprio tweet ritwittato da @TwInnominato, @TwLuciaM o @Tw_Renzo, o tra i preferiti di @TwProvvidenza (solo per citarne alcuni), è molto divertente.
- L’invito al Salone Internazionale del Libro li ha fatti sentire protagonisti di qualcosa di cui si parla e si parlerà ancora: sentirsi “avanti” è una spinta motivazionale.
- Usare i social network anche per questioni scolastiche alza il livello culturale delle conversazioni e pure questo concorre ad aumentare l’autostima. Se la prof., poi, apprezza e gratifica con un buon voto, tanto meglio!
Lei ha iniziato a partecipare a #TwSposi a riscrittura già iniziata: come è stata l’accoglienza da parte di personaggi e altre classi? Ha incontrato difficoltà a inserirsi?
L’interazione con le altre classi è stata molto corretta ma non assidua; con gli altri studenti, semmai, c’è stata leale competizione. I miei @2Ceste, nel riscrivere il capitolo loro assegnato, hanno profuso un impegno che non avevo mai visto prima: hanno addirittura creato un fumetto, scelto una location, si sono travestiti, hanno recitato, hanno fotografato le scene e poi le hanno ordinate fino a ricostruire gli avvenimenti principali. Tutto da soli, divertendosi anche tanto!
Con una delle sue classi ha sviluppato, autonomamente, un esperimento ispirato a #Invisibili. A partire dal libro di Calvino, la comunità dei nostri utenti ha prodotto tweet e disegni, ora in mostra: dal libro al tweet al disegno. Lei invece, prendendo spunto dalla mostra #Invisibili di Cagliari, ha fatto leggere agli studenti Le città invisibili invitandoli a praticare il Visual thinking, a immaginare cioè le città descritte (rappresentate sul tablet con l’App Sketches): dal disegno (derivato dal tweet) al libro a un nuovo disegno. Vuole parlarcene?
Per quanto riguarda #Invisibili, ho lavorato con la classe I C. Come forse sapete, una parte del programma di Italiano del primo anno è costituita dall’analisi dei testi narrativi: prendendo spunto dai disegni che ho visto pubblicati su Twitter ho fatto leggere ai ragazzi un brano presente sul libro di Antologia, tratto dal libro di Calvino, e poi li ho invitati a praticare il Visual thinking ovvero il “pensiero visivo”. Ognuno di loro ha colto un aspetto delle città, ognuno di loro ha legato le pagine lette alla propria immaginazione e infatti i disegni sono tutti diversi. La qualità delle “opere” non è artisticamente molto rilevante ma considerate che sono state realizzate direttamente sull’iPad da ragazzi di 14 anni: i miei disegni sarebbero stati sicuramente peggiori!
Cristina Porcheddu (@CristinaPDV) – Docente di Lettere e Latino della classe II C del Liceo Linguistico Isabella d’Este di Tivoli, dove è responsabile della Funzione Strumentale Tecnologie e Innovazione didattica. È coordinatrice del progetto Cl@sse 2.0 e della sperimentazione “iPad in classe”, avviata nell’a.s. 2012/2013 e tuttora in corso.