S’inaugura oggi, a Roma, il Bosco di Calvino, il primo parco della Capitale dedicato allo scrittore: dentro, ci sono anche alcuni tweet di #Invisibili. Giovanna Iorio ci spiega perché.
Ci spieghi brevemente che cos’è il Bosco di Calvino: dove si trova? Chi ha avuto l’idea?
Il parco ospita 5 sentieri, ognuno dei quali ricorda un libro di Calvino. Ho scelto tra le opere dello scrittore quelle più rappresentative e adatte al nostro “paesaggio”: per esempio, uno dei sentieri si chiama Le città invisibili perché gli alberi e i cespugli fanno scomparire i palazzi. I parchi urbani servono a questo.
Il Bosco di Calvino si trova nel Parco Inviolatella, a Roma Nord. L’idea di crearlo è venuta a me discutendo di natura e letteratura con Sara Cracco e Francesco Gargaglia: siamo, ciascuno a suo modo, dei visionari, ci incontriamo spesso nel parco. Alla realizzazione del Bosco stanno partecipando gli studenti dei corsi di letteratura italiana della Marymount International School, il PTO (Parent-Teacher Organization) ovvero i genitori e tanti colleghi: Dennis Cigler, Alan Bates, poi lo staff e gli artigiani, i giardinieri e i falegnami della scuola. In sostanza, tutti quelli che incontro e riesco a trascinare.
Come mai hai scelto di dedicare questo percorso naturale proprio a Calvino?
Avrebbe compiuto novant’anni l’anno scorso, Calvino: ci manca. E anche i suoi personaggi. Abbiamo pensato al Bosco come a un modo per averli accanto, per camminare tra le sue parole: le narrazioni sono boschi. E noi volevamo il Bosco di Calvino.
Parlando di Città invisibili, per l’allestimento del sentiero hai inserito anche alcuni tweet di #Invisibili. Come mai, invece di scegliere citazioni direttamente da Calvino hai pensato a quelle “intermedie” degli utenti che hanno partecipato a #Invisibili?
Mi piace molto l’idea di far rinascere un’opera attraverso altre parole, altre immagini. Il nostro Bosco è un omaggio alle metamorfosi che attendono la vasta e meravigliosa opera di Calvino: Tw Letteratura mette in atto una metamorfosi delle opere letterarie, le porta in mezzo alla gente alla velocità di un tweet. È quello che pensiamo di fare anche noi, nel Bosco di Calvino.
Portare la cultura (cioè Calvino) a contatto con la natura è anche un modo per riflettere sul rapporto che l’uomo ha con essa e incentivare al rispetto per l’ambiente che ci circonda?
Calvino amava gli alberi, le piante, la natura. Lo ricordo in un’intervista: parlava dei giochi che faceva da bambino, all’aria aperta. Camminava in equilibrio sui sassi dei fiumi, sui muretti, saliva sugli alberi. Giocava e inventava mondi. Il gioco nella natura aiuta a sentirsi parte di qualcosa di grande e misterioso. Ci spinge a fare domande su noi stessi, sulla vita.
Tu sei insegnante e scrittrice: pensi che Tw Letteratura possa essere un incentivo alla promozione della lettura e della scrittura oppure un metodo utilizzabile anche a scuola per la didattica?
Chi insegna deve conoscere i giovanissimi, sono molto intelligenti e amano la tecnologia: leggeri, rapidi, esatti, molteplici, visibili. Quando scrivo cerco le stesse cose, come insegna Calvino. Io credo che la twitteratura gli sarebbe piaciuta molto: creare entro i limiti di 140 caratteri, come il sonetto e i suoi 14 versi. E con la stessa immaginazione.
Giovanna Iorio (@giovannaiorio96) – “Twittrice”, scrive e insegna Letteratura Italiana in un liceo internazionale di Roma. Le piace la scrittura brevissima, trovare le parole “esatte”: ecco, parliamo già di Calvino… Il suo blog è Amici di letture.