I suoni di #Lussu

Cristina Maselli, insieme a Paola Toto, ha condotto una lettura complementare di Un anno sull’Altipiano di Emilio Lussu. Le abbiamo chiesto di raccontarci in che cosa ha consistito.



Per ogni capitolo del libro, hai voluto annotare i suoni che il libro promana. Perché questo esercizio?

Qualsiasi testo – prosa o poesia che sia – è una forma di comunicazione che giunge a noi attraverso i sensi. Ovviamente, banalmente, pensiamo che il senso più stimolato nella lettura sia la vista. Gli occhi “vedono” le parole e quasi automaticamente, e più facilmente, il testo si traduce in immagini, che ciascuno di noi crea nella propria mente. Ma talvolta accade che il testo ci parli con un linguaggio “parallelo” a quello visivo, succede che il processo spontaneo che si genera sia diverso da quello di “leggo e immagino una scena”. Può accadere che le parole scritte siano solo “raccolte” dagli occhi e poi veicolate all’organo di senso cui sono effettivamente destinate e che quelle  colte con più immediatezza non siano necessariamente le stesse per tutti. 

Per me nel testo di Lussu ci sono tantissime parole nate per essere tradotte in un suono. Allora io “leggo e sento”, un’esperienza profondamente “originale” perchè il nostro “orecchio interno” è strettamente correlato al vissuto personale, agli aloni inconsci che i suoni hanno per ciacuno di noi. Un canto, un urlo, un lamento, uno sparo, un sussurro non saranno sentiti allo stesso modo da due diverse persone perchè se udire è un processo neurofisiologico, udire in senso pieno è anche un fatto di natura psichica e culturale. 

Quando ho iniziato la lettura di “Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu sono stati i suoni racchiusi tra le pagine ad avere per primi la capacità di attirare la mia attenzione, come fossero in attesa di essere ascoltati ancora, dopo cent’anni. Ho accettato la sfida di provare a considerare il testo come fonte sonora e ho proseguito la lettura alla ricerca dei #Suoni di #Lussu. Ho trascinato in questo esperimento Paola Toto – su Twitter @comemusica – che è stata un grande aiuto dal punto di vista umano oltre che tecnico. Raccogliendo i passaggi del testo più “udibili” sono state costruite le “Schede Sonore”. Abbiamo inoltre esaminato tutto il flusso di tweet prodotti con hashtag #Lussu (raccolti da Paola in 30 tweetbook, uno per ciascun capitolo del libro) scegliendo quelli che potevano soddisfare i nostri criteri di “musicalità”. Schede e tweet sono stati infine raccolti in 6 tweetbook denominati “I Suoni di #Lussu”


Cosa ti ha colpito in questo libro? In cosa l’hai trovato diverso dal racconto “ufficiale” della Grande Guerra?

Del testo ho apprezzato la capacità di sintesi: un testo breve ma denso. In poche righe concise stanno racchiuse le opinioni politiche dell’autore, i suoi giudizi sulla guerra e sulle gerarchie militari, le illusioni e le disillusioni di un’intera generazione truffata dalla propaganda ufficiale. Ho amato l’abilità di Lussu nel disegnare con pochi tratti l’ambiente naturale in cui si è svolta la vicenda e la magia di qualche bellissima immagine, incastonata come gemma di poesia all’interno di un racconto drammatico. Non dimenticherò mai alcuni passaggi intrisi d’umanità e di tristezza come per esempio quello che racconta la morte di Marrasi.

Nel leggere Un anno sull’Altipiano realizzavo che era solo il racconto delle vicende di un gruppo di uomini in un luogo tutto sommato raccolto, in un periodo di tempo molto circoscritto. Solo una microscopica scheggia nell’enorme esplosione che ha investito l’intera Europa e mi scovolgeva l’idea che neppure moltiplicando per un milione di  volte il racconto si potesse riuscire ad immaginare ciò che è successo in quel periodo, cosa ha annientato migliaia di vite. È il racconto di un sopravvissuto che ha sentito il bisogno di cercare nella sua memoria dolorosa episodi che – raccontati – potessero diventare memoria di tutti.


I luoghi al centro della narrazione. Cosa manca al disegno che ne fa l’autore? Quali sono gli elementi sonori distintivi che più di altri ti hanno colpita per la loro specificità territoriale?

Nella narrazione Lussu descrive i luoghi facendo solo raramente cenno alla presenza umana “locale”. L’autore ne parla all’inizio del libro quando racconta l’episodio dell’incontro tra gli sfollati sui carri e verso la fine del libro quando descrive la settimana passata in pianura. Probabilmente la popolazione locale ha avuto un ruolo importante nella vita dei soldati offrendo supporto di varia natura alle truppe al fronte, a costo di rischi e fatica.

Dal racconto di Lussu si può solo immaginare l’impatto che la Guerra ha avuto sul territorio: trincee, caverne scavate con l’esplosivo, ponti e gallerie. Vere ferite, tangibili e inguaribili, che ancora oggi ci ricordano gli avvenimenti di quei giorni. Il territorio dell’Altopiano è un territorio in parte dolce e in parte aspro, come la sua gente. Tra le righe di Lussu ho ritrovato – intatti ancora oggi – i silenzi dei cieli stellati sopra i boschi  di abeti e delle distese bianche di neve, l’eco dei suoni nelle vallate. E l’hurrà di gioia alla vista di Venezia in fondo alla pianura nelle giornate più terse.


I progetti di Tw Letteratura. Come è stato affrontare testi così diversi tra loro? Come ritieni sia cambiato questo percorso sperimentale? Cosa aggiungeresti che manca, cosa toglieresti che è di troppo?

La diversità tra i testi consente di soddisfare gli interessi di più persone, permette di allargare la comunità dei lettori/riscrittori che – in base ai testi scelti – verranno di volta in volta coinvolti dai progetti di Tw Letteratura.

Per restare in tema di #Suoni potrei dirti che affrontare testi così diversi tra loro è come un invito a suonare uno strumento diverso da quello conosciuto, a cambiare spartito e anche a cambiare orchestra. Non sempre la musica è quella preferita ma il bello è che si è liberi di stare ad ascoltare chi suona e uscirne comunque più ricchi. Non sempre ci si riesce. Il rischio è di non riuscire mai a suonare veramente tutti assieme, che ci siano troppi assoli. Ma anche questo è Twitter: un po’ orchestra stonata, un po’ teatro e un po’ circo.

Cosa manca? Cosa è di troppo? Il tempo, questo forse è ciò che manca nei progetti di Tw Letteratura. A volte manca il tempo alla comunità di star dietro alla lettura/riscrittura del testo, manca il tempo di curare il rapporto – seppur virtuale – con gli altri membri della comunità e ci si riduce ad interventi che paiono monologhi. Manca il tempo per riflettere su quanto fatto e sul da farsi. Manca l’energia, a me, di stare dietro a progetti con un ritmo troppo serrato. Forse è la mia velocità ad essere sbagliata ma in fondo non è un problema vero, basta stare fermi un giro e ripartire dopo aver preso fiato.

Credo che uno dei punti critici della comunità stia nella sua rapida crescita che rischia di provocare il collasso di alcune sue parti. L’ambiente stesso in cui Tw Letteratura si è formata e lavora – Twitter – è critico in quanto spazio virtuale che offre un numero infinito di ponti, in tutte le direzioni. Chi entra in contatto con noi deve trovare buone ragioni per restare o per tornare, tra un giro e l’altro ‘altrove’. Per questo è importante che non manchino mai momenti d’incontro vero, che servono a rinsaldare legami che a volte sembrano sfilacciarsi e a crearne di nuovi. Dobbiamo sforzarci di essere comunità viva.

I tweetbook con i suoni di #Lussu

Capitoli 01-05, capitoli 06-10, capitoli 11-15, capitoli 16-20, capitoli 21-25, capitoli 26-30.


Cristina Maselli - @coseinvisibiliCristina Maselli (@coseinvisibili) – Incontenibile nomade e curiosa di ogni dove, raccoglie legni consumati e fotografa colori ancora vivi. Traccia passi e ruba sassi. Tra una fuga e l’altra si guadagna la vita come medico oculista esplorando occhi e cercando invisibili cose nelle pieghe degli sguardi. Jazzomane e bibliofila. ForEverYoung.


Paola TotoPaola Toto (@comemusica) – Insegna Fisica all’IPSIA “Enrico Bernardi” di Padova. Laureata e addottorata in Matematica presso l’Università del Salento, è abilitata in tutte le cinque classi di concorso che permettono l’insegnamento di Matematica e Fisica nella scuola secondaria superiore di primo e secondo grado. Ha conseguito anche la specializzazione nel sostegno.