In attesa di #TwPinocchio, il nuovo progetto di Tw Letteratura per le scuole e la comunità di twitteratura, chiediamo agli insegnanti che hanno partecipato a #TwSposi di raccontarci la loro riscrittura.
Oggi intervistiamo Simone Grassetto, che ha partecipato con la classe 1C RI dell’IIS “Giovanni Falcone” di Asola (Mantova).
L’APPROCCIO
Simone Grassetto già consentiva ai suoi alunni di utilizzare Twitter in classe:
«La partecipazione a #TwSposi è stata possibile perché alla mia classe 1 C delle Relazioni Internazionali per il Marketing permettevo l’uso del cellulare in classe durante le mie lezioni di Letteratura Italiana».
Poiché non tutti i 29 studenti avevano un account Twitter, e quelli che lo avevano aperto (da poco) non avevano chiare le modalità del suo utilizzo, Simone ha insegnato ai suoi alunni a utilizzarlo:
«Mi interessava far capire ai ragazzi le enormi potenzialità del social network, quindi ho cominciato con delle lezioni propedeutiche per insegnare loro come e cosa twittare. Per me era fondamentale che ognuno twittasse dal suo account, quindi ho fatto firmare loro la liberatoria essendo minorenni».
La maggior parte degli alunni ha twittato esclusivamente per #TwSposi e solo saltuariamente per provare a comunicare con i compagni; lo stile della loro comunicazione, pressocché uguale a quella che adottano per Whatsapp, non coincideva però con quello mostrato loro da Simone.
IL METODO
Simone Grassetto, come Paola Toto, ha preferito un calendario diverso da quello stabilito da Tw Letteratura per tutta la comunità ma altrettanto stimolante:
«Più che aver lanciato una sfida è stato prendersi tutti un bell’impegno. Il martedì e il venerdì introducevo un capitolo, spiegandone le caratteristiche storico-letterarie e le strategie narrative. Il mercoledì e il sabato pomeriggio gli alunni twittavano i capitoli in tre modalità diverse con hashtag pensati apposta per essere raccolti in tre distinti tweetbook».
La prima modalità è stata twittare le sinossi dei capitoli: gli alunni in 140 caratteri dovevano cogliere il senso narrativo di ogni capitolo, allegando ai tweet anche delle immagini, purché originali cioè scattate dai loro cellulari.
«Sono stato molto sorpreso e contento quando ho notato che ciò che “immaginavano” erano scenette che riproducevano alcune fatidiche scene dei Promessi Sposi, fatte recitare da parenti e amici. Ne è risultato un bel corredo iconografico con qualche componente ricorsiva come la strada e le mani».
Parallelamente, sono state twittate anche le figure retoriche, stilistiche e metriche, che i ragazzi hanno rintracciato autonomamente dopo che Simone aveva condiviso con loro un file dove spiegava come riconoscerle. Infine, sempre in modo autonomo e concomitante con gli altri tweet, gli alunni hanno ridotto ogni capitolo in frasi, quelle più significative ed emblematiche, tali che, lette in successione per hashtag numerico progressivo, sapessero ricostruire la storia. Conclude Simone
«è stata una mia scelta quella di non operare una riscrittura del romanzo ma una sua riduzione: un modo più consono, a mio avviso, per poterlo analizzare nella sua essenza, nella sua preziosità letteraria e storica».
I RISULTATI
Per quanto riguarda i risultati, sono stati realizzati tutti e tre i tweetbook con sinossi, figure retoriche e frasi, per un totale di più di 4000 tweet. Alla fine dell’esperienza, i ragazzi hanno avuto l’occasione di dare l’estremo saluto al romanzo: in classe, sistemati in cerchio, ognuno ha lanciato al centro la sua copia dei Promessi Sposi dopo aver letto un suo tweet in cui salutava l’esperienza,
«un tweet per prendere commiato dall’avventura di averlo potuto leggere tutto e averlo ridotto per il web».
Sull’onda di questa bella ma impegnativa esperienza, inoltre, Simone ha organizzato dei tweetlive di incontri con l’autore:
«Per esempio, a scuola abbiamo ospitato la scrittrice Donatella Di Piertrantonio, di cui i miei alunni avevano letto il romanzo Bella mia, e dall’incontro-intervista è nato un bel tweetbook, pubblicato sul sito della scuola».
#TwSposi sembra essere stata davvero un ottimo banco di prova per Simone, che sta programmando altre attività formative con l’utilizzo di Twitter:
«Stavolta non saranno a sfondo letterario ma civico: ho intenzione di usare il social network come base per un impegno di cittadinanza digitale e lo farò tenendo la Costituzione italiana come punto di riferimento e le ore di Storia e Cittadinanza & Costituzione per svolgere i lavori».
Simone Grassetto (@kn0l0gy) – Vive a Mantova, dove insegna Lingua italiana e Storia nelle classi prime del settore Tecnico ed Economico dell’Istituto d’istruzione superiore Giovanni Falcone di Asola (Mantova). È formatore e tutor LIM per l’Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) nonché coinvolto nel progetto Generazione Web Lombardia, per cui ha creato e modera l’omonimo gruppo su Facebook.