In attesa di #TwPinocchio, il nuovo progetto di Tw Letteratura per le scuole e la comunità di twitteratura, chiediamo agli insegnanti che hanno partecipato a #TwSposi di raccontarci la loro riscrittura. Oggi intervistiamo Elena Tamborrino, che ha partecipato con l’ITES “A. Cezzi de Castro di Maglie (Lecce).
A Maglie, gli esercizi di twitteratura non sono semplicemente entrati a scuola: tu hai realizzato un laboratorio in orario pomeridiano e la scuola ha proposto l’esperienza didattica su Twitter come esempio di ciò che si fa a scuola ai futuri studenti dell’istituto. Vorrei che ci descrivessi come hai organizzato il tuo tempo e come sei riuscita a coinvolgere gli studenti in questa attività.
Ho scelto di introdurre la twitteratura nella mia prassi didattica in via sperimentale, approfittando del progetto di riscrittura dei Promessi Sposi su Twitter: sapevo che l’impegno sarebbe stato notevole e volevo che gli alunni si sentissero motivati e gratificati in modo particolare. Per questo ho elaborato un progetto, entrato poi nel Piano dell’Offerta Formativa della mia scuola, l’Istituto Tecnico Economico Statale “A. Cezzi De Castro” di Maglie (LE), che prevedesse per gli alunni partecipanti l’attribuzione di punti di credito a fine anno scolastico. Certamente questa è stata la prima motivazione che ha spinto Aldo, Anna Laura, Carla, Daniele, Giulia, Giorgia, Giorgio, Isabella, Vanessa e Maria Vittoria a partecipare: la passione è arrivata subito dopo, con risultati sorprendenti in alcuni casi, che non avevo previsto.
Ho organizzato il mio lavoro seguendo una metodologia studiata ad hoc. Mi sono ritrovata ad affinare mezzi, strumenti e metodi un po’ sull’onda dell’improvvisazione, che poi è diventata regola strada facendo, con un gruppo di ragazzi della 4^ A AFM (@4AFM_ITES su Twitter): primo passo quindi è stata la creazione di un account di classe ufficiale, con il quale seguire in modo particolare i tre capitoli che ci erano stati affidati (VIII, XIV e XXIV), immediatamente dopo anche i ragazzi si sono dotati di un proprio account. Abbiamo quindi twittato per #TwSposi sia con i nostri account individuali, che con l’account ufficiale della classe, spesso prestato al resto dei compagni, in sessioni di riscrittura collettiva, in orario curricolare. Ho voluto che i ragazzi avessero ciascuno il proprio account, perché immaginavo che sarebbero emersi stili diversi, modi di riscrittura differenti. Con l’account di classe invece abbiamo pubblicato i tweet che uscivano dal lavoro laboratoriale con il resto della classe (quindi abbiamo messo in pratica la famosa didattica laboratoriale, tanto citata nelle ultime Indicazioni per l’obbligo scolastico e nelle Linee guida per le scuole superiori) e quelli scritti dai nostri piccoli ospiti delle medie durante gli open day per l’orientamento in entrata.
Indispensabile, oltre alla mailing list, si è rivelato il gruppo #PromessiSposi4AFM creato su iniziativa dei miei ragazzi su WhatsApp: è servito per chiarire dubbi, informarsi reciprocamente del lavoro svolto. Non era programmato dall’inizio, è venuto per rispondere a esigenze immediate, si è rivelato efficace mezzo di comunicazione.
Che cosa hanno appreso gli studenti? Quali competenze, a tuo giudizio, hanno eventualmente appreso attraverso l’uso di Twitter? Ritieni che questa esperienza ti abbia restituito qualcosa in termini di consapevolezza didattica e di conoscenza degli alunni?
La produzione di 920 tweet (compresi i RT) con l’account ufficiale di classe @4AFM_ITES e di molte altre centinaia individuali, oltre ai 10 tweetbook, hanno significato che la partecipazione di questo gruppo di alunni è stata massiccia e importante. Gli esiti, com’era da aspettarsi, non sono stati tutti sempre adeguati: sono emerse dalle loro riscritture – sulle quali per scelta non sono intervenuta a correggere – molte incertezze a livello soprattutto morfosintattico, spesso anche semantico-lessicale e più in generale di comprensione del testo. Ma la ricaduta didattica si è sentita da subito: l’esercizio continuo alla sintesi, alla ricerca dei collegamenti, ai giochi linguistici, all’uso di detti popolari e dialettali che li ha costretti a fare inferenze con il loro vissuto, ha affinato doti che potranno solo ulteriormente confermarsi. Lo scopo per cui l’esperimento è stato proposto alle scuole, cioè far capire che esiste un uso valido e consapevole dei social network, in genere tanto demonizzati, credo sia stato pienamente raggiunto. Ma oltre alle ricadute dirette sugli alunni, ho imparato anch’io, come insegnante, un nuovo modo di osservare le loro difficoltà, le incertezze, le lacune, le potenzialità, l’inventiva.
L’esperienza è tanto piaciuta che alcuni di loro, e altri che si sono aggiunti, hanno partecipato anche a #TwFavola e a #Lussu.
Dopo Manzoni e Rodari, quest’anno il progetto per le scuole di Tw Letteratura è su Collodi. Come ti stai preparando per affrontare le Avventure di Pinocchio con i tuoi studenti? Come potranno affrontare questo testo gli studenti della tua scuola? E soprattutto, perché un testo che sembra scritto per i ragazzi più giovani può dire qualcosa anche agli studenti più grandi?
Per questo nuovo anno scolastico adotterò il metodo TwLetteratura sistematicamente con tutte le mie tre classi, vedrò di organizzare i gruppi in modo da lavorare bene per tutto il tempo che ci vorrà, inserendo le attività in programmazione didattica e nel piano dell’offerta formativa della mia scuola. In particolare il progetto #TwPinocchio interesserà i ragazzi della classe I^ che mi verrà assegnata, anche se cercherò di coinvolgere anche i più grandi di 5^. Che le avventure del burattino senza fili possano dire molto ai ragazzi più piccoli, ma anche ai più grandi, come agli adulti, non ho dubbi: basterà pensare all’album concept di Edoardo Bennato “Burattino senza fili” del 1977, che ormai quasi quaranta anni fa proponeva una rilettura della storia di Collodi in chiave metaforica, simbolica. Corruzione, potere, condizione femminile, cultura, educazione e coscienza sono tutti temi attuali che si prestano alle più varie letture, non sarà difficile coinvolgere i giovani, a più livelli.
La tua passione per gli esercizi di twitteratura non inizia e non si ferma alla scuola. In due anni hai partecipato a molti – credo quasi tutti – i nostri esperimenti. Vorrei un bilancio chiaro delle potenzialità e dei limiti di questo gioco. Cosa faresti per migliorarlo? E quale esito pensi debba avere per il futuro?
La mia partecipazione ai progetti di twitteratura, a partire da #Leucò – per me il primo, – è dovuta soprattutto al grande divertimento e alla curiosità di sperimentazione. Il grande vantaggio di questo tipo di iniziative è stato per me la possibilità di riaccostarmi a testi che già conoscevo con una diversa consapevolezza, legata senz’altro alla maturità (un esempio su tutti: “Un anno sull’altipiano” letto per la prima volta a quattordici anni e riscoperto adesso con #Lussu, dopo… non dico quanti anni, comunque tanti) e addirittura di scoprire testi che non avrei mai immaginato di leggere (altro esempio, la lettura degli “Scritti corsari” di Pasolini). Quindi la potenzialità sta proprio nella capacità di stimolare la curiosità dei lettori, che di conseguenza si traduce in diffusione di nuove o rinnovate conoscenze. Da non trascurare è l’aspetto interattivo dell’esperienza: il confronto, anche asincrono, con altri utenti, il nascere di discussioni, la condivisione di osservazioni, dà al progetto un’enorme valenza in termini culturali.
Se posso dare un consiglio, io penso che bisognerebbe stare attenti a non sovrapporre troppi progetti, per non correre il rischio di creare assuefazione. Per il resto, la strada è tracciata, il futuro, se accompagnato da confronto costruttivo, può portare solo miglioramenti.
Elena Tamborrino (@ExLibris2012) – Gorizia (1964). Laureata in Lettere moderne con indirizzo filologico linguistico, è Dottore di ricerca in Geografia linguistica e Dialettologia italiana. Insegnante di Lettere nella scuola secondaria di secondo grado a Maglie (LE), i suoi interessi spaziano dalla Linguistica alla Letteratura. È Segretario regionale del Gruppo di Intervento e Studio nel campo dell’Educazione Linguistica (GISCEL), nell’ambito del quale si occupa di formazione docenti. Ha condotto studi sulla dialettologia, la linguistica geografica e la linguistica acquisizionale. Ha pubblicato il saggio “Indicare il tempo. Osservazioni nell’area salentina” (Palomar 2006). Nel tempo libero si occupa del suo blog letterario “ExLibris. Appunti di una lettrice disordinata”.