Vuoi scrivere un romanzo ma non hai il tempo? Twittalo! E poi menziona @RomanzoIn1Tweet.
Qualche settimana fa, l’account @RomanzoIn1Tweet ha iniziato a seguirci. Il progetto ci è sembrato da subito molto interessante: oltre a sfruttare la sinteticità di Twitter, stimola la creatività degli utenti. Il romanzo da condensare in un tweet non è infatti il riassunto di un’opera già pubblicata, ma una storia scritta dagli utenti proprio per essere twittata. Abbiamo intervistato Daniele, uno dei responsabili dell’account.
@RomanzoIn1Tweet è il vostro account Twitter, che ha ben evidente nell’immagine del profilo il numero 140, come i caratteri massimi in un tweet: siete amanti estremi della sintesi? Battute a parte, da cosa nasce questo account?
Questo account nasce più per gioco che per altro, e innanzitutto da un desiderio di raccontare il presente. Raccontare storie è un attività fondamentale: tramite le storie interpretiamo e quindi costruiamo la realtà che ci circonda. In tempi in cui va di moda spacciare una “verità dei fatti” oggettiva è importante ribadire che una verità descrittiva non esiste: ogni evento viene letto e interpretato sempre secondo una o più narrazioni a cui siamo stati abituati. Per questo è importante raccontare: per imparare a interpretare il reale.
Detto questo, l’account @RomanzoIn1Tweet nasce con il desiderio di adattare le narrazioni che ognuno può portare agli standard della comunicazione 2.0: velocità, sinteticità, connettività. @RomanzoIn1Tweet vuole essere un esperimento di narrazione collettiva, in cui poter provare a portare le proprie storie, le proprie esperienze condensate in un breve messaggio infilato in una bottiglia e gettato nel mare del Web.
Su Twitter non è possibile scrivere romanzi perché lo spazio è troppo breve: possiamo definire Twitter come qualcosa che non fa letteratura ma vi rimanda, più o meno direttamente?
L’esperimento sta proprio nel sintetizzare. Mi viene in mente quello che è ritenuto essere il più breve racconto dell’orrore, di Fredric Brown: “L’ultimo uomo sulla Terra sedeva da solo in una stanza. Qualcuno bussò alla porta”. Un vero capolavoro, che sfruttando le potenzialità dell’immaginazione dell’autore riesce a condensare in una riga tutto un insieme di paure e ansie umane caratteristiche di un grande romanzo horror.
Questo è quello che vuole provare a fare @RomanzoIn1Tweet: saper comunicare messaggi diversi e dai diversi scopi nello spazio che ora i mezzi di comunicazione mettono a disposizione. Quali siano le potenzialità narrative che 140 caratteri permettono lo possiamo scoprire insieme.
Come funziona il vostro account, siete aperti anche alle collaborazioni di altri utenti? Come mai proprio “romanzo” per definire i racconti in tweet?
Questo è un progetto aperto, un laboratorio collettivo di scrittura: chiunque può scrivere il proprio romanzo di 1 tweet taggandoci e se la storia verrà ritenuta opportuna provvederemo a retwittarlo. Il nostro motto è poprio questo: vuoi scrivere un romanzo ma non hai tempo per farlo? Scrivilo lungo un tweet!
In linea di massima preferiamo che i tweet descrivano delle vere e proprie storie, cioè con un inizio, uno svolgimento e una fine (anche un’autobiografia, perchè no?), ma queste sono soltanto linee generali e non ben definite. Ovviamente i contenuti razzisti, sessisti e fascisti saranno peggio che ignorati. Proponiamo qualche nostro esempio:
Partì su quel barcone per trovare lavoro oltre il mare, ma trovò solo intolleranza e razzismo, come ogni italiano nell’America degli anni 20.
Fabio era depresso. Voleva farla finita. Suicidarsi. Senza dare nell’occhio. In modo discreto. Si è fatto assumere in fabbrica. Ha funzionato.
Giú nel bronx JP era famoso perché non usava la pistola. Uccideva con la penna. Stilografica. Te la ficcava nella trachea. Poi l’hanno preso.
L’ispettore K non aveva mai affrontato un caso così difficile. Nessun indizio, nessun sospettato. Nessuna vittima. Da un anno non trovava lavoro.
Foto: “Messaggio in codice”, di Enrico Matteucci (Creative Commons).
Daniele – 23enne laureando in Filosofia a roma, fuoricorso perchè gli piacciono troppe cose, da sempre vicino ai movimenti e alla realtà dei centri sociali di Roma. Gli piace viaggiare, scrivere e sogna in futuro di poter pubblicare qualcosa di scritto.
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