Spoon River in immagini

A cento anni dalla pubblicazione, Spoon River rimane fonte di creatività. Come ci spiega Antonella Manenti, che ha lanciato un progetto di illustrazioni a un centenario dalla pubblicazione.

SpoonRiver_AntonellaManenti

 

Recentemente, anche TwLetteratura ha ricordato il centenario della pubblicazione di Spoon River: abbiamo infatti proposto alla nostra community #TwiFaber, in cui abbiamo affiancato ai testi di Pivano quelli di De André. Per il vostro progetto, vi siete ispirati più alla musica o alle poesie?

Il progetto Spoon River, qui su Facebook, nasce proprio da una passione per il cantautore Fabrizio De André, che spesso ci accompagna nelle nostre giornate lavorative. La nostra curiosità e passione ci hanno portato a scoprire e a farci innamorare dell’album musicale “Non al denaro non all’amore né al cielo”, pubblicato nel 1971, che trae ispirazione proprio dal capolavoro di Edgar Lee Masters pubblicato tra il 1914 e il 1915 in America. Il libro ci è piaciuto così tanto che non abbiamo voluto limitarci alla sola lettura e da qui nasce proprio il progetto delle illustrazioni. Ci siamo quindi ispirati principalmente al libro ma traendo quella particolare connotazione emozionale che solo la voce di De André sa trasmettere: l’album di De André è stato per noi fondamentale nell’aiutarci a comprendere meglio gli epitaffi e per trarre una chiave di lettura diversa da quella tradizionali.

Un libro di poesie capace di diventare canzoni e ora anche illustrazioni: quale è secondo voi la fonte della multimedialità che sembra essere così connaturata al libro?

La particolarità del libro di Lee Masters credo sia proprio questa, la sua multimedialità e soprattutto la sua costante contemporaneità, sebbene il libro risalga appunto al primo ‘900. Tutto è basato sulla cittadina di Spoon River con i suoi abitanti, i suoi segreti e i suoi intrecci amorosi: una storia che potremmo definire di gossip, ed è proprio grazie ai temi trattati e ai suoi particolari personaggi che questi possono prendere vita in forme di comunicazione diverse. Non vi sono limiti di nessuna natura, i valori, i temi e i contenuti che si possono trarre da questi numerosi epitaffi sono così tanti che crediamo che rileggendo più volte gli stessi, si possa imparare e cogliere sempre qualcosa di nuovo.

Da febbraio a dicembre pubblicherete ogni due settimane una illustrazione grafica dedicata a una poesia del libro. Come avete scelto le poesie? E quale aspetto volete maggiormente valorizzare con il disegno, su cosa volete che si concentri chi lo guarda?

Crediamo che Spoon River abbia molto da insegnarci, temi e principi che bisogna saper trarre dai suoi emozionanti epitaffi, poiché ognuno di questi è nel suo piccolo una lezione di vita. Scegliere le poesie non è stato semplice, ognuna ha qualcosa da raccontare, e ognuna di esse è strettamente collegata a un altro epitaffio, che altro non è che un piccolo pezzetto della vita dei personaggi della cittadina.

Le illustrazioni hanno la capacità di saper raccontare l’epitaffio e di saper riassumere il concetto e, se così vogliamo chiamarla, la lezione di vita che l’epitaffio stesso ci trasmette. Ogni singola immagine viene studiata e costruita ad hoc, di ognuna vengono realizzate più varianti al fine di trovare la soluzione più diretta, semplice e d’impatto. L’elemento chiave è senz’altro l’emozionalità. Vogliamo colpire il pubblico sul piano emotivo, perché è proprio da questo che più impariamo, l’obiettivo principale è infatti quello di portare cultura, riportare in auge un libro che nel nostro Paese non viene molto valorizzato.

Pubblicherete poi le illustrazioni in cartaceo, o comunque le raccoglierete in qualche modo, o resteranno su Twitter libere per chiunque voglia accedervi?

Ci saranno senz’altro delle pubblicazioni cartacee: l’intento è quello di creare una piccola collezione di illustrazioni che potranno poi essere acquistate al termine della divulgazione online, si parla quindi da dicembre in poi. Vorremmo dare la possibilità di avere un “pezzettino di Spoon River”, o meglio un personaggio, da tenere sempre con sé, a memoria di ciò che questi ci insegnano.

Nella presentazione del progetto, affermate che esso “non si limita a finalità puramente celebrative, intendendo affermare e promuovere questo testo come un fulcro capace di annodare diversi percorsi artistici, di richiamare diverse discipline e di produrre così sempre nuove occasioni di riflessione e spunti di creatività”. Noi ci abbiamo provato con i tweet di #TwiFaber, secondo voi quali altre discipline è possibile richiamare grazie a questo meraviglioso libro?

Il libro è stato interpretato nel tempo in forme sempre nuove e diverse, una più entusiasmante dell’altra.
Il teatro in questo caso ha fatto davvero molto, sia esso in forma amatoriale sia in forma professionale, raccontando a volte in modo drammatico altre ironicamente i personaggi di Spoon River.
Non sono poi mancate nel corso del tempo anche band musicali celebrative, ma anche pagine social che richiamano e riportano costantemente in vita il celebre capolavoro.

 
Foto: una delle illustrazioni del progetto, tratta da Design Speaking.

Antonella_ManentiAntonella Manenti (@ManentiDesigner) – È una giovane graphic designer and illustrator appassionata al mondo della grafica. Studentessa universitaria già attiva nel mondo lavorativo con clienti quali Gruppo Coin, ha anche di recente presieduto come giurata presso il Premio Omi dimostrando costantemente il suo impegno nel campo della grafica.

 
 
 

Henry&co.Il progetto Spoon River è stato concepito dallo studio Henry&co. Design, uno studio di design e comunicazione che ha investito nel tempo su un concetto ricco di futuro: la sostenibilità ambientale ed umana. Questa lungimiranza ha portato Henry&Co ad aumentare notevolmente le proprie competenze arrivando oggi a fornire ai propri clienti consulenze strategiche che uniscono la progettazione, il marketing e la comunicazione interna. Il suo sito Internet è www.henryandco.it.
 

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