Le startup di Supernova

Sabato 26 e domenica 27 settembre, a Torino, fanceat e Last Minute Sotto Casa saranno protagoniste di un workshop di design by twitting dedicato all’innovazione nel settore alimentare nell’ambito di Supernova, il festival sull’innovazione di Tag.

Supernova-Torino

 

Riflettere sul significato del cibo è un vezzo antico: come meglio innescare una discussione sul futuro del settore alimentare, allora, se non riprendendo due testi latini? Sabato 26 e domenica 27 settembre, in occasione di Supernova – il festival dell’innovazione organizzato da Tag Torino – discuteremo i paradigmi di fanceat e Last Minute Sotto Casa con un workshop di TwLetteratura.

Si tratta di un format di design by twitting che abbiamo messo a punto con gli amici di School Raising, il quale consente a una startup di mettersi alla prova con un pubblico di potenziali clienti o investitori, raccontandosi e raccogliendo rapidamente feedback per migliorare il proprio progetto.

fanceat
Chi non ha mai desiderato cucinare a casa come uno chef, realizzando per i propri ospiti una ricetta straordinaria cucinata con gli ingredienti giusti e dosati perfettamente, abbinando alle pietanze i vini migliori? Tommaso Cremonini – founder di fanceat – ci dimostrerà che la sua startup è tutto questo e molto di più, perché ci consegna a domicilio un kit di sapori che sorprenderà i nostri ospiti.

Last Minute Sotto Casa
Vi siete mai chiesti che fine facciano i meravigliosi croissant che un bar non riesce a vendere o i pesci che un pescivendolo non può conservare in eterno sul banco? Francesco Ardito – founder di Last Minute Sotto Casa – non solo se lo è chiesto, ma ha trovato una soluzione: la sua startup consente ai negozianti di vendere ciò che butterebbero via e a chi abita il loro quartiere di comprarli a prezzo di saldo.

I workshop e i testi
Come ingaggeremo fanceat e Last Minute Sotto Casa? È semplice, leggeremo insieme due testi antichi, da cui faremo scaturire con il metodo TwLetteratura una discussione sul loro paradigma di innovazione. Eccoli, puoi partecipare online su Twitter commentandoli in 140 caratteri insieme alle tue riflessioni sulle due startup con l’hashtag #supernovatorino oppure – se sei a Torino – puoi raggiungerci direttamente in piazza Carlo Alberto con il pubblico di Supernova e Tag Torino.

Workshop n. 1 | #fanceat | Sabato 26 settembre, ore 14.50 – 16.00
fanceatTorino, piazza Carlo Alberto, Area Lab & Experience Dome Digital
fanceat: “La cucina stellata, resa semplice” featuring Petronio, Satyricon
[-> Iscriviti su EventBrite]

Vorresti cucinare come uno chef, con gli ingredienti dosati per una cena stellata e con i vini migliori? Per non correre il rischio di sembrare come Trimalcione, forse dovresti chiedere consiglio a fanceat, la protagonista di questo workshop. In attesa di conoscerla meglio, leggiamo e commentiamo insieme in massimo 140 caratteri una scena del Satyricon di Petronio con l’hashtag #supernovatorino.

Subito dopo fecero il loro ingresso certe anfore di vetro accuratamente sigillate che portavano al collo questa etichetta: FALERNO OPIMIANO DI CENTO ANNI. Mentre leggevamo, Trimalcione battè le mani e disse: «Ahimé, dunque il vino vive più a lungo d’un pover’uomo. Per questo dobbiamo fare baldoria. Il vino è la vita. Questo è Opimiano vero. Ieri non ne bevvi di così buono; e sì che gli ospiti erano più di riguardo.» Mentre noi bevevamo ed ammiravamo accuratamente tutte queste ricchezze, un servo portò uno scheletro d’argento così ben fatto che le articolazioni e le vertebre mobili permettevano di fargli prendere qualsiasi atteggiamento. Dopo averlo gettato a più riprese sulla tavola ed avergli fatto prendere, per effetto della mobilità delle giunture, varie posizioni, Trimalcione cantò: «Ahi miseri noi, qual mai piccolezza è ogni uomo. Così saremo combinati quando l’Orco ci avrà preso. Viviamo dunque felici finché si può star bene.» Questa baggianata venne interrotta da una portata che, all’aspetto, non sembrava gran cosa, ma che per la sua novità fece spalancar gli occhi di tutti; si trattava infatti di un tegame rotondo sul cui coperchio erano incisi i dodici segni dello Zodiaco; sopra ognuno di loro il maestro di casa aveva posto una vivanda corrispondente al simbolo. Sopra l’Ariete ceci aretini, sul Toro un pezzo di bue, sui Gemelli testicoli e rognoni, sul Cancro una corona, sul Leone fichi d’Africa, sulla Vergine una vulva di troia sterile, sopra la libbra una stadera, su un piatto della quale c’era un pasticcio e sull’altro una schiacciata, sullo Scorpione un pesciolino di mare, sul Sagittario una lepre, sul Capricorno un’aragosta, sull’Acquario un’oca, sopra i Pesci due triglie, al centro poi una zolla, con tutte le sue erbe, sosteneva un favo di miele. Un ragazzo egiziano serviva il pane da un fornello d’argento ed anche egli, con una vociaccia scordata, cantava i versi del Mimo venditore di laserpizio fino a che Trimalcione ci disse: «Date retta a me, mangiamo, questo è il meglio della cena.»

(Traduzione dal latino di Raoul Vivaldi, La Spezia, Melita, 1992)

Workshop n. 2 | Last Minute Sotto Casa | Domenica 27 settembre, ore 16.30 – 17.40
Last Minute Sotto CasaTorino, piazza Carlo Alberto, Area Lab& Experience Dome Digital
fanceat: “La cucina stellata, resa semplice” featuring Orazio, Satire
[-> Iscriviti su EventBrite]

Qual è il vero valore del cibo? Il suo prezzo e la sua apparenza o la sua sostanza? Last Minute Sotto Casa sfida i nostri preconcetti offrendo una soluzione nuova ad un problema antico. In attesa di conoscerla meglio, leggiamo e commentiamo insieme in massimo 140 caratteri un brano delle Satire (II,II) di Orazio con l’hashtag #supernovatorino.

Che virtù e quanto grande sia, buona gente, viver di poco – non è mio questo discorso, ma sono cose che m’insegnò un uomo di campagna, Ofello, filosofo fuori d’ogni scuola, di poco raffinata saggezza – apprendetelo, non fra vassoi e mense luccicanti, quando lo sguardo è abbagliato da insensati splendori e l’animo, incline a false attrattive, il meglio rifiuta: qui e a digiuno discutiamone insieme. Perché questo? Lo dirò, se potrò. Non fa un corretto esame del vero il giudice che s’è fatto corrompere. Quando hai inseguito la lepre o sei spossato per aver cavalcato un cavallo riottoso, oppure se, abituato come sei a viver da greco, ti sfiniscono gli esercizi romani – se poi è la palla veloce, mentre la passione del gioco addolcisce l’asprezza dello sforzo e non te lo fa sentire, o se è il disco che ti attira, attacca allora col disco l’aria che gli si apre davanti: quando la fatica avrà rintuzzato le tue schizzinosità, a gola secca, a pancia vuota, prova un po’ allora a disprezzare i cibi a buon mercato, rifiuta allora di bere altro che non sia miele d’Imetto diluito nel vino Falerno. Il dispensiere è fuori di casa, un mare nero in tempesta difende i suoi pesci: pane e sale andrà benissimo per placare i latrati dello stomaco. Donde pensi venga questo fatto, in che modo lo si procura? Il piacere più grande non sta nel profumo d’arrosto pagato a caro prezzo, ma sta dentro te stesso. Tu cercatelo sudando il companatico: a chi è grasso e bianchiccio per i suoi stravizi non potranno piacere né ostriche né scari né esotiche pernici bianche.

Farei fatica tuttavia, se in tavola è servito un pavone, a cavarti di testa la voglia di stuzzicarti il palato con esso, piuttosto che con una gallina; ti faresti sviare da vuote apparenze, perché è un uccello raro, che si vende a peso d’oro, perché dispiega nella variopinta sua coda un vero spettacolo. Come se ciò avesse qualcosa a che fare con la sostanza. Forse che te le mangi queste penne di cui tessi l’elogio? Ma, sebbene come carne non ci sia la minima differenza, che tu, ingannato dalla differenza d’aspetto, cerchi questa più di quella, passi: ma da dove ti è dato se questo qui che sta a bocca aperta è un lupo del Tevere o se è stato pescato in alto mare? se fra i due ponti, sbattuto dai vortici, o presso la foce del fiume etrusco? Esalti, sciocco che sei, la triglia di tre libbre, che poi sei costretto a servire divisa un pezzetto ciascuno. È l’aspetto che ti attira, lo vedo bene. Ma allora che c’entra non volerne sapere di lupi grossi? Ma certo, perché la natura ha dato agli uni una misura più grande, agli altri un piccolo peso. Uno stomaco digiuno, però, raramente disprezza i cibi comuni.

(Traduzione dal latino di Mario Labate, Milano, Rizzoli, 1981)