Mio nonno Salvatore Satta

Nelle scorse settimane, dopo aver pubblicato il post di presentazione di #TwSatta, abbiamo ricevuto una e-mail inaspettata: veniva dalla nipote dello scrittore, imbattutasi per caso nella nostra iniziativa. Le abbiamo perciò chiesto qualcosa su suo nonno.

Memoria de núcleos de ferrita

 

La mail di Lauretana Satta è stata davvero una bella sorpresa, e dobbiamo ringraziare i social network – e il caso – per averci fatti incontrare. Scorrendo Facebook, suo marito ha infatti visto il nostro link a #TwSatta, la riscrittura de Il giorno del giudizio di Salvatore Satta, suo nonno. Ci ha subito scritto per ringraziarci e farci i complimenti, e ne è nato un dialogo e questa intervista.

La prima domanda è forse d’obbligo: cosa ha significato, per te, avere avuto un nonno così importante?

Era una persona non comune in ogni caso, anche a prescindere dalla sua fama come giurista. C’è tanto orgoglio per motivi però che non ti so spiegare, perché certamente non ho meriti per come era lui ed è solo un caso che sono nata sua nipote. Un’altra cosa è la finora segreta – è infatti la prima volta che lo dico anche a me stessa – speranza di aver preso qualcosa da lui. Anche solo un po’ del suo intelletto mi piacerebbe tantissimo.

La letteratura non per forza dev’essere sempre vera, ma quanto di vero c’è ne Il giorno del giudizio? Quanto della vostra famiglia e soprattutto dell’infanzia e dei ricordi del nonno?

Mi chiedi quanto di vero c’è nel libro e io credo che si possa parlare di verità soggettiva. Provo a spiegarmi: succede qualcosa, e la viviamo, vediamo e percepiamo in un modo. Per noi quella è la verità. Altri però avranno dei modi diversi di viverla, vederla e percepirla, e per loro la verità sarà quella.

Credo che ne Il giorno del giudizio questo ci sia moltissimo: quella era la verità del nonno, e penso che una prova oggettiva di ciò sia il vespaio che il libro ha scatenato tra i nuoresi: ancora adesso c’è chi trova ingiurioso quello che ha scritto e lo detestano per quello. Per altri invece è esattamente il contrario: capita di incontrare persone sarde – ed è un dettaglio secondo me molto importante – che lo venerano.

Nel romanzo la memoria è fondamentale, è il veicolo – parziale, come tutte le memorie – con cui il narratore ci mette in contatto con il narrato. Quale significato attribuiva, tuo nonno, alla memoria? Aveva ricordi belli o solo amari, secondo te?

Mi chiedi di rispondere secondo ciò che penso, e ti ringrazio perché è l’unico modo in cui ti posso rispondere. Da quello che so di lui e da quello che si legge nei suoi scritti, direi che è evidente che sentisse fortemente il peso del passato e la cupezza dei suoi scritti credo confermi che le memorie non erano belle. A questo aggiungerei un’altra cosa, familiare, che credo sia importante: nella nostra famiglia si fugge la memoria, come se il passato non esistesse. Di solito è così quando si preferisce non ricordare. Il che non vuol dire che quello che è stato non sia stato importante, al contrario; probabilmente è stato così importante e così pesante che ignorarlo è un modo per riuscire a sopravvivere.

Il passato si collega con l’infinito del tempo, mentre un tweet è lungo solo 140 caratteri. Come si può riscrivere, in uno spazio così breve, il romanzo di tuo nonno? I tweet come spazi di sfogo alle emozioni o come piccoli pezzi di una nuova narrazione?

Ad essere assolutamente sincera, non penso si possa riscrivere, non dico Il giorno del giudizio, ma nessun libro in un tweet. Si può inviare una frase di un libro, speriamo considerata particolarmente significativa, ma questo non vuol dire riscrivere. Vuol dire costruire aforismi, ed è un’altra cosa.

Mi è impossibile pensare a Twitter come spazio per una nuova narrazione, narrare è complesso, è articolato e richiede libertà di spazio e di lunghezza. Al limite penso che i tweet possano essere spazi per dare sfogo alle emozioni anche se penso sia molto limitato anche per questo scopo, perché le emozioni sono roba complessa e già riuscire ad esprimersele è difficile; farlo in modo comprensibile per chi legge è ancora più complicato.

Foto: Daniel Sancho – Memoria de nucleos de ferrita (Creative Commons).

LauretanaSattaLauretana Satta – Nipote di… :). Classe 1970, una passione per la storia e la politica americana, il breviaro sul comodino è la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti che trovo una delle opere più belle mai scritte. Amo la montagna, i cani e la cucina.


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