Chiasmi è il titolo della Graduate Student Conference organizzata dalle università Brown e Harvard, in USA. Quest’anno si è parlato anche di TwLetteratura.
Chiasmi conference è il titolo della Graduate Studente Conference – ovvero, una conferenza organizzata dai dottorandi di un’università – che si svolge ormai dal 2008 ed è organizzata a turno dalle università Brown di Providence e Harvard di Cambridge, due dei più importanti atenei degli Stati Uniti.
Il tema scelto per questa edizione era quello dell’adattamento; più precisamente, “Transforming Representation, Re-Presenting Transformation”. Infatti, reinterpretazioni e adattamenti di testi ereditati dal passato sono considerati meccanismi fondamentali per creare significato: ma cosa significa adattare un testo se non (ri)appropriarsene, a anni o secoli di distanza dalla sua apparizione? Una riappropriazione che passa attraverso confini linguistici, culturali e mediali per produrre qualcosa che mantiene un rapporto ambiguo con l’originale, che va dall’imitazione pedissequa al tradimento creativo che ne cancella la fisionomia. Scopo della conferenza era appunto riflettere su come questi procedimenti abbiano influito sui prodotti della cultura italiana nel corso dei secoli.
Presentare i progetti di TwLetteratura mi è sembrato naturale, visto il tema della conferenza: riscrivere i libri di grandi autori del canone letterario italiano con Twitter è infatti un modo per consentire a tutti i partecipanti di riappropriarsi in modo diretto del loro contenuto. Libri conosciuti o sconosciuti vengono letti e, senza che nessuno si interponga tra contenuto e lettore, fatti propri da persone diversissime tra loro, che accettano di leggere insieme seguendo la stessa scansione temporale; così che, seguendo un hashtag che ricalca la struttura del libro, il libro venga scomposto in una miriade di frammenti – i tweet – che possono essere poi ricomposti nei tweetbook, forme digitali di libro composte di nuovi contenuti, ordinati dagli utenti invece che dall’autore.
Proprio per questo motivo ritengo che TwLetteratura costituisca un modo nuovo di studiare la ricezione del testo letterario: una ricezione che, da passiva, si fa esplicitamente attiva perché – invece che limitarsi a leggere – i partecipanti devono esprimere quello che la lettura ha provocato in loro. Un modo, insomma, per riscoprire i libri grazie all’utilizzo di uno strumento che richiede sintesi e precisione e che, mettendo tutti “sul palco”, stimola fortemente alla partecipazione in prima persona, provocando discussioni e difese delle proprie opinioni. Un modo, infine, per creare una comunità coesa che discute di libri grazie a un’esperienza di social reading che riduce la distanza tra autore e lettore, tra curioso e esperto, tra appassionato amatoriale e critico letterario. Senza considerare, naturalmente, le fondamentali ripercussioni didattiche che l’utilizzo di questo metodo potrebbe avere.
E qui concludo la parte secchiona per iniziare quella del ricordo piacevole. Per preparare il mio intervento sono andato alla ricerca di progetti lontani nel tempo come #LunaFalò, #Invisibili, #Corsari e #TwSposi, ed è stata una grande emozione riandare alle sensazioni e ai ricordi associati a quei progetti. #LunaFalò, il primo dedicato a Pavese, fu il modo con cui tanti di noi si incontrarono per la prima volta; con #Invisibili, che ebbi l’onore di scoprire in anteprima dalla viva voce di Paolo, Pierluigi e Edoardo una domenica a Breno, viaggiammo con Calvino alla scoperta delle emozioni dell’uomo; #Corsari fu il nostro grido di critica della Storia e della società presenti, sulla scia della denuncia estrema di Pasolini; e #TwSposi fu, infine, il primo progetto che coinvolse le scuole, con i #Bravi e il #TwSposi/Addio come momenti diversi – ma altrettanto significativi – di come è possibile coinvolgere gli studenti “dal basso”.
Rileggere e raccogliere vecchi tweet è stato riscoprire, per l’ennesima volta, il valore della comunità. TwLetteratura è una trama variegata e resistente formata da tantissimi fili diversi, gli utenti che partecipano ai nostri giochi: non a caso abbiamo scelto, per la nostra app, il nome betwyll, che si richiama alla parola inglese twill (tessuto) e al verbo essere (be) per sottolineare l’importanza della partecipazione. E proprio per questo, mentre leggevo il mio intervento, ho pensato che avrei dovuto elencare – insieme al mio – migliaia di nomi di co-autori: perché TwLetteratura è davvero un grande noi, ognuno dei quali era presente insieme a me alla Brown University per parlare anche un po’ della propria esperienza.
Iuri Moscardi (@IuriMoscardi) – Classe 1986, camuno, laureato in Lettere Moderne a Milano, scopre grazie alla tesi Cesare Pavese e un po’ se ne invaghisce. Grazie a Pavese scopre la twitteratura, che crede sia un modo nuovo e fantastico di avvicinarsi ai libri e scoprirli. È dottorando di ricerca negli Stati Uniti. Nel tempo libero legge molto e tifa Juve.
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