Imparare l’italiano in 140 caratteri

Enrico Bonagiunti vive a Lima e insegna italiano agli adulti, dai 20 ai 50 anni. Ora vorrebbe sperimentare il metodo TwLetteratura nelle sue classi.

Bonagiunti

Caro Enrico, partiamo da te: che cosa ti ha spinto a viaggiare fino in Perù per insegnare italiano? Sognavi questo Paese o di insegnare la nostra lingua a parlanti stranieri? In quale città vivi?

Sono peruviano da parte di mia mamma e ho una famiglia molto numerosa in Perù. La situazione economica in quel momento era favorevole e, vista la scarsità di lavoro in Italia, ho deciso di traferirmi a Lima. Appena giunto, ho aperto un ristorante con mio fratello, ma per via della burocrazia e proprietari disonesti abbiamo chiuso dopo un anno e mezzo circa. Forse è stato un bene, avevo perso gli stimoli. Dopodiché, forte della mia laurea e il C2 d’italiano, ho fatto domanda come insegnante al Centro di Lingua e Cultura Italiana, il centro linguistico italiano più antico del Perù. Ed eccomi qua ad insegnare.

Hai molti studenti? Cosa li spinge ad avvicinarsi all’italiano?

La maggior parte degli alunni sono studenti universitari, ma ci sono anche persone adulte. Dipendendo dal mese, in media abbiamo classi di 10-15 studenti. La maggior parte di loro studiano italiano perché ammirano la cultura italiana, sono affascinati dal nostro Paese, dall’arte e soprattutto dalla cucina. In sostanza è quindi per cultura personale che si avvicinano a questa lingua, più raramente per lavoro.

Con TwLetteratura sperimentiamo l’utilizzo di Twitter come un metodo didattico per avvicinare gli alunni della scuola dell’obbligo alla letteratura. Credi che la sintesi di Twitter sia un buon modo per insegnare anche la lingua italiana? Tu, per esempio, come la utilizzeresti?

Immediatamente mi sono reso conto delle potenzialità di questa piattaforma per via dei 140 caratteri disponibili. Penso che la cosa più difficile sia riuscire a condensare in poche parole un concetto che ne richiede molte di più. Occorre essere preparati linguisticamente, ma ad esempio trovo divertente la creazione di favole o storie create a catena dagli studenti. I 140 caratteri impediscono loro di scrivere troppo e li obbliga a sforzarsi nella ricerca di frasi ed espressioni che diano il senso voluto.

A proposito di Twitter, stai promuovendo – con l’hashtag #TwAlfileres – un gioco dedicato al libro La noche de los alfileres. Perché hai scelto questo libro? Quante persone sono coinvolte nel gioco?

Premetto che è una prova, siamo in 4-5 persone, ma puntiamo ad espanderci perché l’idea è valida. Non esistono gruppi di lettura in Perù, ma chissà, un giorno magari riusciremo ad essere numerosi.

Riguardo al gioco, per il momento ci limitiamo a commentare i vari capitoli, citando frasi, allegando le immagini che ci richiamano, video o semplicemente commentando la storia. Per scegliere il libro abbiamo proposto a testa tre titoli, poi ognuno sceglieva due titoli da quelli proposti dagli altri (escludendo i suoi). Quindi siamo rimasti con tre titoli e abbiamo fatto una votazione: La noche de los alfileres è risultato il libro vincente. Si tratta di una storia molto interessante di un gruppo di adolescenti in una Lima degli anni ’80, tra il terrorismo e la globalizzazione che sta filtrando nella società peruviana.

Foto: neogejo – Bruno Munari: i gesti (Creative Commons).

BonagiuntiEnrico Bonagiunti (@elbona88) – Nato a Verona nel 1988, ha frequentato il Liceo Scientifico Tecnologico Girolamo Fracastoro e poi l’Università di Verona. Ama cucinare e imparare un po’ di tutto. Legge moltissimo e di tutto, ma seleziona con cura i titoli a cui dedicarsi ed è un ammiratore delle opere fantasy di Tolkien, dei racconti horror di Stephen King e della letteratura gotica-onirica di Edgar Allan Poe e di P.H. Lovecraft. Gli piace parlare dei libri che legge e il suo piccolo sogno nel cassetto è gestire un gruppo di lettura a Lima. Ha un gatto nero di nome Plutone.

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