Da anni l’Unione Musicale di Torino unisce innovazione e tradizione per avvicinare la città, e soprattutto i giovani, alla musica da camera. Ce lo racconta in questa intervista il direttore artistico, Giorgio Pugliaro.
L’Unione Musicale è nata nel 1946, come la nostra Repubblica. Quale è la sua attività? Che cosa ispira e informa i suoi progetti? A partire da Torino, quali sono i territori su cui l’Unione Musicale genera impatto culturale?
L’Unione Musicale è nata come associazione studentesca. Negli anni si è poi imposta come punto di riferimento per la musica da camera a Torino e in regione. Da sempre ha nel suo dna la promozione dei giovani musicisti e una politica di diffusione della cultura musicale tra i giovani. Una piccola parte della stagione si realizza ad Alba, in collaborazione con la Fondazione Ferrero, ma sono allo studio anche iniziative per far circolare la musica da camera, suonata dai giovani talenti, nelle aree metropolitane diverse dal centro (Conservatorio, Auditorium Rai, Teatro Vittoria) dove lavoriamo abitualmente.
Organizzare concerti non è un lavoro semplice: come si combinano sforzo creativo e efficacia realizzativa? Quali sono i principali progetti che vi vedranno impegnati nella stagione 2016/2017? Quali tipi di pubblico vi proponete di coinvolgere nelle vostre iniziative? E con quale strategia?
Con uno slogan un po’ semplicistico, diciamo che cerchiamo di innovare la tradizione: la musica classica, come tutte le performing arts, ha bisogno della mediazione di un interprete. Noi cerchiamo di rappresentare una sorta di grande museo della musica, dal Medioevo al contemporaneo, facendo incrociare repertori e interpreti, generando alchimie sempre nuove. A parte i grandissimi protagonisti delle scene musicali internazionali, che ci onorano con la loro presenza e ci aiutano a tenere legati i palcoscenici della città al contesto mondiale, la parte più innovativa della programmazione, anche nei modi di intendere un concerto, si svolge al Teatro Vittoria. Qui stiamo anche coltivando il nostro “pubblico di domani”: un progetto che svolgiamo grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo, e che si rivolge ai bambini da 0 a 12 anni e alle loro famiglie; una sorta di preludio alla frequentazione abituale della vita musicale.
Il rapporto tra sensibilità musicale e approfondimento letterario è essenziale, ma spesso si ha l’impressione che il sistema educativo del nostro Paese non se ne sia mai davvero accorto. Inoltre, perché la scuola non dedica alla musica la stessa attenzione che dedica alla letteratura?
Bella domanda, difficile la risposta. Forse in parte perché la nostra scuola, in generale, risente ancora dell’impostazione idealistica della riforma Gentile degli anni Trenta, impostazione nella quale l’interpretazione (anche quella musicale) era guardata con sospetto, e la pratica musicale dilettantistica era cosa da signorine di buona famiglia. Storia dell’arte e storia della musica nella scuola non si coltivano, eppure sono strumenti indispensabili per far crescere appunto la sensibilità personale e la consapevolezza dello sviluppo storico; al di là delle predilezioni individuali, non può e non dovrebbe esistere una gerarchia fra le espressioni artistiche. Se qualcuno è in grado metta in ordine di grandezza la Commedia di Dante, una tragedia di Shakespeare, un Quartetto di Beethoven, un quadro di Piero della Francesca…
Come si fa a raccogliere l’interesse e la passione degli studenti, in particolare dei più piccoli, perché scoprano e amino la musica? Quali sono gli attori che più possono aiutarci a fare in modo che la musica sia a tutti gli effetti uno strumento cognitivo e un piacere per ogni cittadino?
Per appassionarsi alla musica basta… ascoltarla! Disponibilità all’ascolto e alla scoperta sono le caratteristiche essenziali, poi farsi portare dalla fantasia è alla portata di tutti. Lo spettacolo dal vivo offre tanti aspetti dai quali farsi appassionare: la potenza o la delicatezza del suono, gli sguardi che si scambiano i musicisti, i loro respiri, i gesti energici, la concentrazione. I bambini sono curiosi e aperti per eccellenza e dunque sono favoriti ma… devono essere portati a concerto dagli insegnanti o dai genitori! Negli spettacoli per le scuole che progettiamo la musica dal vivo si unisce al teatro e alla favola, ma non come semplice sfondo: è la componente essenziale grazie alla quale la storia procede.
Foto: Stephen Wolfe (Creative Commons)
Direttore artistico dell’Unione Musicale onlus di Torino dal 1989, Giorgio Pugliaro è stato critico musicale della “Gazzetta del Popolo” e di “Stampa Sera”, ha collaborato con quotidiani, periodici, riviste, enciclopedie e con istituzioni musicali italiane e straniere.
Conferenziere e conduttore radiofonico, componente di giurie di concorsi di esecuzione musicale, ha insegnato nei Conservatori di Aosta, Novara, Torino e Cuneo, dove dal 1989 è titolare della cattedra di Storia della Musica e Storia ed Estetica Musicale.
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