Sperimentare il teatro di comunità per rivedersi e riconoscersi, raccontando il proprio quartiere. Succede in Barriera di Milano (e non solo) grazie a Teatro di Giornata, che coinvolgeremo nel progetto dedicato a #LaTregua di Primo Levi.
Con Teatro di Giornata un gruppo di artisti, un territorio e la comunità che lo abita collaborano per realizzare uno spettacolo teatrale. Come nasce questa esperienza? In che modo si sviluppa e quali obiettivi ha nel quartiere di Barriera di Milano, a Torino?
Teatro di Giornata intende coinvolgere la comunità locale attivamente, valorizzandone le esperienze personali e collettive attraverso la rielaborazione artistica.
Dopo un lungo lavoro di preparazione e di mappatura del territorio, gli artisti vanno alla scoperta del quartiere per tre giorni attraverso incontri, passeggiate, partecipazione e visite alle attività regolarmente svolte dalle associazioni, proposizione e conduzione di attività specifiche, partecipazione a riunioni, incontri e attività. La sera del terzo giorno invitano tutti coloro che hanno incontrato ad assistere a uno spettacolo, unico e irripetibile, dedicato alla vita del quartiere. L’evento diventa un’occasione per rivedersi con nuovi sguardi e riconoscersi, incontrare i propri vicini, riappropriarsi di spazi comuni, riscoprire la propria comunità cogliendola da nuove prospettive, costruire una memoria collettiva.
In un quartiere come quello di Barriera di Milano, oggetto di una grande opera di ristrutturazione urbana e sociale, il nostro obiettivo è raccontare dove si è arrivati oggi, a cavallo tra la storia del passato e la progettazione del futuro, per restituire un’immagine di questo presente così vivo e pulsante che contiene in sé i primi passi di quello che il quartiere sta diventando e sarà domani.
Il teatro sociale presuppone un forte rapporto con la comunità. Quali sono le difficoltà che si incontrano quando si coinvolgono i cittadini in un percorso artistico di questo tipo?
Il teatro sociale presuppone una forte partecipazione dei cittadini coinvolti, che spesso si mettono in gioco in prima persona in attività performative di diverso tipo. Il teatro non è in questo caso un metodo o uno strumento di lavoro, ma è una condizione che si vive, in cui si fa un’esperienza attiva. Scegliere di mettersi in gioco in questo modo e affidarsi a qualcuno per farsi accompagnare in questo percorso implica il superamento di numerose resistenze e paure.
La struttura di Teatro di Giornata, costituita da un primo spettacolo realizzato da attori professionisti grazie all’incontro con gli abitanti e da un successivo evento di comunità in cui a quest’ultimi è richiesto di partecipare in modo più attivo, intende proprio superare queste difficoltà. In un primo tempo infatti viene richiesto agli abitanti un tipo di partecipazione piuttosto “leggera”, che consiste negli incontri e nelle interviste con gli artisti. Avviene poi che, durante il primo evento, la fruizione dello spettacolo da parte dei cittadini ha una ricaduta molto forte, perché riconoscersi e rivedersi sulla scena e sentire raccontare le proprie storie ha effetti benefici e mobilitanti, stimola negli abitanti la voglia di dire di più e meglio in prima persona, di specificare e aggiungere ciò che non è stato detto abbastanza bene o di cui ancora non si è parlato. Viene dunque suscitato il desiderio di un coinvolgimento più forte, che viene poi richiesto agli abitanti per la realizzazione di un secondo evento di comunità, che questa volta vede loro stessi, affiancati dagli artisti, impegnati a definire cosa raccontare del proprio territorio e ad attivarsi per realizzarle l’evento in prima persona.
Nel contesto di Teatro di Giornata, avete dato vita a diverse installazioni artistiche, fra cui “L’anagrafe dei sogni”. Di che cosa si tratta? Ma soprattutto, quale modulo dobbiamo compilare per registrare un nostro sogno? Riceveremo in cambio un certificato?
“L’anagrafe dei sogni” è una delle installazioni di arte partecipativa che fanno parte del nostro progetto. Si tratta di installazioni che, per essere completate, hanno bisogno del contributo e della collaborazione del pubblico. Visto il calo demografico di sogni che è stato ultimamente registrato, “L’anagrafe dei sogni” apre sedi decentrate in occasione di ogni evento di Teatro di Giornata. Presso l’ufficio è possibile dare vita a un sogno e iscriverlo ufficialmente all’anagrafe compilando l’apposito modulo. In cambio, ogni sognatore riceve un certificato di nascita del sogno, con timbro e firma del funzionario che lo ha registrato. Stimolando la nascita di sogni dedicati al quartiere in cui si sta svolgendo Teatro di Giornata, “L’anagrafe dei sogni” interroga abitanti e visitatori in qualità di veri e propri esperti del territorio e offre loro una mediazione artistica e creativa per esprimere contenuti personali. Sul sito di Teatro di Giornata potete sia leggere i sogni che sono già stati raccolti nei diversi territori, sia registrare il vostro sogno, che verrà archiviato nella sua apposita sezione e di cui riceverete via mail il certificato di nascita.
Dopo esserci incontrati nel contesto del bando OPEN di Compagnia di San Paolo, abbiamo iniziato a progettare diverse attività culturali. In che modo teatro sociale e promozione della lettura possono generare impatto culturale insieme? Perché possono farlo?
Sebbene utilizzando modalità diverse, la proposta che facciamo è simile: fare un’esperienza artistica, che sia il teatro o che sia la lettura, che permette di passare attraverso un’opera, una creazione, per scoprire e dire qualcosa di sé, per rielaborare la propria esperienza e il proprio vissuto in un modo semplice e immediato.
In entrambi i casi diamo vita a un’esperienza interattiva di “riscrittura” che passa attraverso la rilettura e la riscoperta di un territorio, di storie personali, di opere letterarie – filtrati attraverso la propria esperienza personale – e che porta alla generazione di nuovi contenuti.
Non si tratta di trasformare le persone in artisti o scrittori, ma di offrire uno spazio, un tempo e una modalità per esserlo, per mettere in gioco le competenze che già si possiedono, utilizzando e riscoprendo risorse, storie, contenuti che ognuno ha già dentro di sé. In entrambi i casi, il linguaggio artistico facilita la trasposizione e offre un mezzo per rielaborare e agire. Così, l’azione artistica diventa un primo segno di espressione, che è anche il primo passo di una vera e propria messa in azione.
Anna Carla Bosco, direttrice artistica del progetto Teatro di Giornata, lavora dal 2003 nel settore Comunità e Partecipazione della Cooperativa Stranaidea che si occupa di progetti teatrali e artistici in diversi contesti, costruendo gli eventi in stretta relazione con il luogo e la comunità che li ospita e curando nello stesso tempo qualità artistica e lavoro di comunità. È diplomata al Master in Teatro Sociale e di Comunità dell’Università di Torino e lavora come artista e trainer in progetti teatrali, di teatro sociale e di formazione, in contesti urbani e in ambito internazionale.
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