Trascorri il weekend 11-13 novembre su Betwyll insieme all’Università di Harvard e a Linkiesta: con #Proverbi, giochiamo con i dialetti d’Italia in un progetto proposto e realizzato dagli studenti dell’università americana
(Foto: Pieter Bruegel Il Vecchio, Proverbi fiamminghi, 1559)
Chi lo ha detto che il dialetto lo parla solo chi è originario di un luogo? Lo dimostrano gli studenti della prestigiosa Università di Harvard, che stanno svolgendo un corso di Italiano insieme alla loro docente Elvira Di Fabio e che sono rimasti affascinati dalle diverse varietà linguistiche presenti nella nostra penisola. Al punto che non solo le stanno studiando, soprattutto in rapporto alle origini della lingua e della letteratura italiana (ve lo ricordate, vero, che tra i primi esempi di “italiano letterario” ci sono le poesie scritte in siciliano alla corte di Federico II?), ma che le propongono a tutta la comunità di Betwyll per un progetto interessante e creativo.
Il gioco
#Proverbi si svolgerà da venerdì 11 a domenica 13 novembre su Betwyll. Questo progetto nasce da un’idea degli studenti di Harvard e dalla collaborazione de Linkiesta. Lo scopo è sperimentare, insieme a una comunità che – grazie a Betwyll – supera confini e oceani, le combinazioni che la lingua italiana di ieri e di oggi ci può offrire. Per un weekend, ogni giorno leggeremo su Betwyll due proverbi in dialetto e li commenteremo, in twyll (messaggi) di 140 caratteri, cercandone un equivalente in italiano o inglese, oppure sperimentando con le regole dell’OuLiPo (Ouvroir de Littérature Potentielle), messe in pratica da Raymond Queneau nei suoi Esercizi di stile, che ci permetteranno di giocare con la lingua come abbiamo fatto per #Stilnovo con la poesia di Dante Alighieri (a proposito, qui trovate una raccolta di tutti i tweet prodotti).
Le regole
Giocheremo a #Proverbi sperimentando un approccio diverso, oltre al consueto: ogni giorno proporremo di commentare i proverbi seguendo una delle regole elaborate dall’Oulipo. Ogni giorno, quindi, i partecipanti potranno riscrivere il proverbio commentandolo con un twyll formale e burocratico, facendo paragoni gastronomici o onirici.
Giocheremo solamente su Betwyll. Per partecipare, basta scaricare l’app sul proprio device attraverso App Store o Google Play e poi accedere creando un account oppure attraverso i propri profili social. Nell’Arena, tra i vari progetti presenti, il tutorial “Inizio a usare Betwyll” è un buono strumento per muovere i primi passi: dopo aver fatto un po’ di pratica, comincia a giocare con gli altri utenti, proponendo per ogni proverbio il tuo commento.
Il calendario
#Proverbi seguirà questo calendario condiviso:
- [1] #Proverbi/01, venerdì 11 novembre 2016, gastronomico: traduci o commenta i seguenti proverbi, in italiano o in inglese, in termini gastronomici.
Mattino: “Al can de dó paróni al resta senza magnár” (proverbio bisiac del monfalconese).
Pomeriggio: “I parint iè cumè e pes, dop tre dé i poza” (“I parenti sono come il pesce, dopo tre giorni puzzano”, proverbio emiliano). - [2] #Proverbi/02, sabato 12 novembre 2016, sogno: interpreta o commenta i seguenti proverbi, in italiano o in inglese, come se fossero un sogno.
Mattino: “Il clip di mai al svee il caj” (“Il tiepido di maggio sveglia la lumaca”, proverbio friulano).
Pomeriggio: “I tor ric’ curnut agl asn” (“Il toro che dice cornuto all’asino”, proverbio molisano). - [3] #Proverbi/03, domenica 13 novembre 2016, lettera ufficiale: interpreta o commenta i seguenti proverbi, in italiano o in inglese, usando uno stile burocratico.
Mattino: “I uséi se li ciapa co i xe’ncóra ta la cóa” (“Gli uccelli si prendono quando sono ancora nel nido”, proverbio bisiac del monfalconese).
Pomeriggio: “Se i’voeli gni gni se i voeli gni gni gni gni ni di da gni poeu gni gni” (“Se volete venire venite, se non volete venire non venite, non dire di venire e poi non venire”, dialetto biellese).
Le finalità
#Proverbi è un progetto di Harvard University per Betwyll, organizzato in collaborazione con Linkiesta: i twyll più belli, scelti dagli studenti di Harvard, verranno pubblicati sul giornale online.
Si tratta del primo progetto su Betwyll proposto da un gruppo di studenti universitari: essendo stato pensato in un contesto diverso da quello italiano, nasce con l’intento di sperimentare e giocare con la lingua in un contesto bilingue, con persone che studiano l’italiano ma non sono madrelingua. Inoltre, tale progetto sfrutta le potenzialità di partecipazione e di socialità che Betwyll – basata sui paradigmi dei social network – offre, per aprirsi a tutta la comunità degli iscritti a Betwyll.
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