Con We Reading, dal 6 febbraio al 7 marzo leggiamo e commentiamo insieme Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati e In the Country of Last Things di Paul Auster. Giacomo Zani, fondatore dell’associazione, racconta come nasce l’idea di dare voce alla parola scritta.
Che cos’è We Reading?
Il 6 febbraio inizia il progetto di doppia lettura in parallelo – Buzzati in italiano, Auster in inglese – organizzato da TwLetteratura insieme a Bocconi Arts Campus e a We Reading. A Giacomo Zani, uno dei fondatori di We Reading, abbiamo chiesto di raccontare che cos’è l’associazione, com’è nata e quali obiettivi si propone.
We Reading è un progetto, o forse è più corretto dire un’idea, che è nata nella testa di tre ragazzi cesenati. Sintetizzarla in maniera chiara e concisa non è facile. Si tratta di creare dei momenti nei quali delle persone si ritrovano insieme, in uno spazio e in un tempo ben definito, per ascoltare e per partecipare a una lettura. È qualcosa di paragonabile a una performance. Chi legge può essere importante ma può anche non esserlo. Il fulcro sta nel concedersi un tempo, nel dedicarsi all’ascolto. La lettura e le sue modalità sono definite dal lettore a seconda del suo fine. Ci sono letture teatrali, letture discorsive, che si svolgono nel dialogo con il pubblico, letture tematiche ecc ecc.
Per spiegarmi meglio, la programmazione è partita in un locale di Cesena, il Tamla, e il nostro obiettivo era quello di chiamare sul – piccolissimo – palco delle persone appassionate di letteratura, o meglio, di lettura. In principio non abbiamo cercato professionisti, perché volevamo creare uno spazio nel quale chiunque, motivato dalla passione o dalla voglia di condivisione, potesse decidere di leggere. Questo tipo di incontri sono fortemente caratterizzati dalla personalità del lettore, e continuano ancora oggi, una volta a settimana. Costituiscono la base della nostra esperienza e un punto di partenza da cui sgorgano continuamente novità e incontri inaspettati.
Col passare del tempo abbiamo allargato i nostri orizzonti, e creato o partecipato a diverse iniziative culturali, chiamando attori professionisti, cantautori, blogger, poeti. Gli incontri si sono diversificati, abbiamo addirittura fatto un’esposizione di poesie del Movimento per l’Emancipazione della Poesia (MeP). Insomma, cerchiamo di modellare l’idea iniziale per creare momenti sempre nuovi e diversi. Da queste prime righe sembra che questo progetto sia già rodato negli anni, in realtà siamo all’inizio, però in 6 mesi abbiamo già dato parecchio. Abbiamo chiuso il 2016 con 26 incontri, 36 lettori/performer, 8 location differenti più alcune installazioni audiovisive ed esposizioni.
Ascolto, rivoluzione “passiva”
Perché dare voce a un testo scritto e trasformare l’esperienza intima della lettura in un’esperienza pubblica e collettiva?
La certezza da cui siamo partiti è che esiste un potenziale incredibile nell’ascolto. Questo potenziale va al di là della specificità della lettura, e risiede nella rivoluzionaria decisione di concedersi un tempo di – apparente – passività. Perché è così che viene percepita dal senso comune: stare un’ora fermi ad ascoltare qualcosa. Non ha niente di contemporaneo eppure, contro le aspettative, è un’attività che smuove le persone. Che le fa uscire di casa, anche con questo freddo, perché credono che quella passività abbia un valore. E questo valore è tanto più forte tanto più è condiviso. Riuscire a creare dei momenti performativi di lettura in cui un gruppo di persone – forse sconosciuti, forse amici – si riunisce per ascoltare, per scoprire un nuovo autore, per approfondire un libro, è il nostro scopo. Il testo è il punto di partenza, e la dimensione comunitaria lo apre, lo stravolge, ma soprattutto lo nobilita.
Che cosa guida la scelta dei testi proposti nelle vostre letture e come funzionano gli incontri? Qual è il ruolo del pubblico?
Dipende dai casi. Ci sono due modalità fondamentali di scelta: a volte scegliamo il lettore, per gli incontri fissi e settimanali cerchiamo di selezionare persone che fanno parte del panorama culturale della zona, o che crediamo abbiano una passione per la letteratura o semplicemente qualcosa da condividere. In quel caso la nostra scelta risiede nella persona, il testo e le modalità le sceglie lei. Noi esponiamo il progetto e l’idea di fondo, poi ci occupiamo della parte organizzativa. Ci sono state letture che sfociavano in discussioni, letture accompagnate da un performer che danza, letture itineranti che coinvolgevano fisicamente il pubblico, letture esplicative o biografiche.
In altri casi, quando facciamo progetti con istituzioni pubbliche o private, siamo noi a creare il contenuto, a scegliere il tema o gli autori e a produrre l’intera iniziativa.
In entrambi questi casi, comunque, il ruolo del pubblico rimane fondamentale, non tanto per quello che fa durante la lettura, perché come detto prima quello dipende dai singoli incontri, quanto per la scelta stessa di partecipare e di ascoltare.
Perché Auster e Buzzati
Dal 6 febbraio al 7 marzo leggeremo e commenteremo su Twitter, insieme a Bocconi Arts Campus, Il Deserto dei Tartari di Dino Buzzati e In the Country of Last Things di Paul Auster con il metodo TwLetteratura. Il progetto, oltre alla componente online, prevede una serie di letture dal vivo, curate appunto da We Reading. Come è nata l’idea di questa collaborazione e di questo particolare accostamento?
L’idea è nata dalla spinta di Paola Dubini, docente dell’università e direttrice di Bocconi Arts Campus, che ci ha fatto incontrare. Anche TwLetteratura credo abbia una componente di ricerca di esperienze e modalità sempre nuove e diverse. E in questo senso il nostro incontro è stato provvidenziale. La scelta dei testi è stata lunga, perché volevamo trovare due testi che riuscissero a comunicare tra loro e che avessero un’incidenza sul contemporaneo.
Abbiamo scelto questi due autori, e in particolare questi due libri, perché crediamo che parlino entrambi di uno spazio artificiale e umano, e di come questo spazio possa influire sull’uomo stesso. Da una parte la fortezza che da’ sul deserto dei tartari, sperduta nel nulla e apparentemente inutile, piena di uomini che cercano di darle un senso; dall’altra una “città della distruzione”, il paese delle ultime cose appunto, che modifica le classi sociali e ingurgita ogni barlume di umanità.
Dove e quando si svolgeranno le letture di We Reading?
Le letture si svolgeranno in Openside, uno spazio dell’università Bocconi creato appositamente per Bocconi Arts Campus. E’ un luogo aperto, che da direttamente all’esterno, a cui si può accedere direttamente dalla strada. L’ingresso è ovviamente aperto a tutti e gratuito. Ci saranno quattro incontri che seguono il calendario di TwLetteratura: il 6 febbraio, il 16 febbraio, il 23 febbraio e il 7 marzo, con inizio alle 17.45.
Avete coinvolto lettori professionisti?
Quando si tratta di una lettura integrale e totalmente performativa la difficoltà sta nel riuscire ad accompagnarla in modo tale da crearle uno spazio di attenzione. Abbiamo coinvolto due attori professionisti della scena milanese, che sono stati entusiasti di entrare in questa iniziativa, forse un po’ nuova anche per loro. Non solo, due incontri saranno accompagnati da un disegnatore che illustrerà dal vivo la narrazione, gli altri due da alcuni musicisti, studenti dell’università.
Italiano e inglese
Il progetto prevede la messa in dialogo di due opere, apparentemente distanti tra loro, attraverso la lettura in contemporanea e in lingua originale e il commento da parte di una community di lettori online: quali esiti vi immaginate da un’operazione di questo tipo?
È la prima volta che ci confrontiamo con una situazione di questo tipo, anzi, direi che è qualcosa di più unico che raro. Gli esiti possono essere molteplici ma credo che la cosa più interessante sarebbe trovarsi, durante le letture, in mezzo a studenti universitari, persone della comunità di TwLetteratura e curiosi in generale. Insomma riuscire a coinvolgere gruppi diversi che confluiscano e si incontrino tutti in uno spazio universitario.
Giacomo Zani (@ZaniGiacomo) è nato a Cesena nel 1996, Giacomo Zani frequenta il liceo scientifico A. Righi dove partecipa a diverse attività di rappresentanza. Gli ultimi due anni di liceo lavora in gestione e organizzazione al Vidia Rock Club di Cesena. Segue, inoltre, per 5 anni, un laboratorio teatrale tenuto dalla Societas Raffaello Sanzio, in particolare seguito da Chiara Guidi, al Teatro Comandini. In questo ambiente presenta anche due lavori scritti da lui e da Alice Leoni, che debuttano al Festival Essere Primitivo. Nel 2015 comincia il triennio in Università Bocconi, dove studia Economia per Arte, Cultura e Comunicazione. Nel 2016 fonda We Reading assieme a Cesare Biguzzi.
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