Antonia Pozzi: poesia su Betwyll

Dal 1 all’11 luglio Caterina Frustagli ci invita a immergerci nell’universo poetico di Antonia Pozzi per un nuovo progetto di social reading su Betwyll.

Antonia Pozzi

#AntoniaPozzi: il gioco su Betwyll

Ogni giorno, da sabato 1 luglio a martedì 11 luglio leggeremo e commenteremo una poesia di Antonia Pozzi, secondo il calendario di lettura riportato qui sotto. Lo faremo seguendo il metodo TwLetteratura: brevi messaggi di 140 caratteri con riflessioni e suggestioni personali, accompagnati dall’hashtag del giorno. Betwyll, la app per il social reading di TwLetteratura, è disponibile su App Store o Google Play.

Il calendario:

  • Sabato 1 luglio: Largo | #AntoniaPozzi/01
  • Domenica 2 luglio: In riva alla vita | #AntoniaPozzi/02
  • Lunedì 3 luglio: Prati | …/03
  • Martedì 4 luglio: Grido | …/04
  • Mercoledì 5 luglio: Pudore | …/05
  • Giovedì 6 luglio: Il cielo in me | …/06
  • Venerdì 7 luglio: Naufraghi | …/07
  • Sabato 8 luglio: Preghiera alla poesia | …/08
  • Domenica 9 luglio: Lieve offerta | …/09
  • Lunedì 10 luglio: Le strade | …/10
  • Martedì 11 luglio: Sgorgo | …/11

Del mio più puro sangue: Caterina Frustagli racconta Antonia Pozzi

Partiamo innanzitutto dal titolo che hai voluto dare, non a caso, a questo progetto: puoi esplicitare quali suggestioni racchiude la tua scelta?

La poesia di Antonia Pozzi è  una poesia potente, delicata ed intimista, ma anche vitale e viscerale. Il verso che dà il titolo a questo progetto, che riprende un verso della sua poesia Sgorgo, mi sembra contenere proprio questi aspetti: l’immagine di una parola che scorre nelle vene, che parte dalla nostra parte più profonda e ci pervade. La nostra parte più pura, quindi la più autentica. E credo sia fondamentale, in questi tempi cupi che corrono, farsi pervadere da poesia e bellezza.

Cosa ti lega ad Antonia Pozzi e perché – per citarti – avverti “la necessità, oggi, di nutrirsi delle parole struggenti di questa poetessa” in particolare?

Antonia Pozzi ha vissuto nei primi decenni del ‘900, con l’inquietudine e i cambiamenti legati a quel momento storico, fiorendo come giovane donna in una realtà socioculturale molto stimolante, ma sentendone tuttavia anche i limiti rispetto alla propria emancipazione. E ha saputo dare voce a un rapporto conflittuale con la vita, sempre in bilico tra lo stupore per la natura e l’angoscia per l’esistenza in una prospettiva assolutamente moderna, in cui penso ci si possa rispecchiare.

Amo le liriche di Antonia Pozzi perché risuonano della sua umanità dolente e vibrano in modo così forte da risuonare dentro ognuno di noi. Un esempio: la poetessa che, in un momento di grande sconforto, si identifica in “una cosa di nessuno”; chi di noi, in un momento di estrema difficoltà, non ha sentito quel disorientamento, quella perdita di punti di riferimento?

Nelle parole di Antonia Pozzi si sente sempre un respiro profondo, quello di uno spirito libero che cerca continuamente se stesso, sempre a rischio di perdersi, ma anche innalzandosi continuamente verso l’assoluto, l’infinito.  

Come sei arrivata a selezionare le 11 poesie su cui ci confronteremo da sabato 1 a martedì 11 luglio, quali criteri ti hanno guidato?

La produzione lirica di Antonia Pozzi è molto vasta, ancor di più considerando la giovane età della scomparsa. Ho scelto delle poesie in cui ho sentito “battere forte” il cuore della poetessa e dunque anche il mio. Sono poesie in cui mi sembra che emergano molte tonalità affettive e in cui talvolta si rimane incantati per i delicati chiaroscuri emotivi, talvolta si viene travolti dalla potenza dei contrasti. In entrambi i casi è come vivere delle istantanee di grande nitidezza, non a caso la Pozzi era anche una fotografa dallo sguardo attento ed estremamente sensibile alla realtà, esterna e interna. Per questo leggo le sue parole e le sento familiari, perché sento che mi appartengono, che parlano di sentimenti e vissuti universali, e quindi anche di me.

Immergersi nella poesia di Antonia Pozzi attraverso il social reading

Grazie a Del mio più puro sangue, su Betwyll torniamo a leggere e commentare poesia, un genere letterario che riesce al contempo a condensare ed espandere il sentire, a essere estremamente intimo e altrettanto universale. Qual è per te il senso di approcciarlo attraverso un progetto di social reading?

Sono una psicologa e un’insegnante,  la mia cassetta degli attrezzi è composta da parole. Ne vedo ogni giorno le potenzialità formative e di cura e dunque mi adopero per tenere gli attrezzi di questa cassetta il più funzionali possibili. Ecco, io credo che ognuno di noi dovrebbe avere una propria cassetta di parole buone con cui nutrirsi e con cui vaccinarsi, ogni giorno, contro le fatiche della vita. La poesia è proprio uno di questi attrezzi, che andrebbe sempre affinato. Il social reading permette di confrontarsi proprio sulla propria capacità di utilizzare questo strumento. Io leggo una poesia ed esprimo una sensazione, una suggestione che mi ha stimolato, tu fai altrettanto e se ce le scambiamo, al pari di quanto succede con le idee, come ci suggerisce George Bernard Shaw, entrambi avremo due sensazioni, due vissuti. La poesia ci guarda, direbbe Antonia Pozzi, e noi dobbiamo tornare a esserne degni.  

Caterina FrustagliCaterina Frustagli è nata a Bollate nel 1976. È una psicologa ed un’insegnante della Scuola Primaria. Lavora con bambini, adolescenti ed adulti provando ad accompagnarli in percorsi di crescita. Si occupa inoltre di contribuire alla formazione di futuri insegnanti, conducendo laboratori universitari presso l’Università Cattolica di Milano. Con il progetto La parola rende liberi ha guidato un gruppo di detenuti del carcere milanese di San Vittore in un percorso di alfabetizzazione letteraria. Utilizza la parola come strumento di lavoro d’elezione, ritenendola ancora il mezzo più potente per cambiare se stessi e il mondo.

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