Discutere di TwLetteratura alle conferenze accademiche: la metodologia rivitalizza lingue e culture e può essere studiata seguendo la teoria della ricezione del testo letterario.
Le conferenze accademiche alle quali ho presentato gli esperimenti di TwLetteratura non sono poche. Durante lo scorso anno accademico, mi sono recato prima alla Chiasmi conference, la conferenza organizzata dai dottorandi delle università Brown e Harvard, e poi al convegno AATI (American Association of Teachers of Italian) di Napoli. Nel primo caso, presentai un intervento che descriveva la riappropriazione del testo da parte del lettore, che caratterizza da sempre i giochi di TwLetteratura. A Napoli, invece, mi dedicai a un’analisi dei “tweetdiari” che avevo impiegato con gli studenti di Indiana University in un corso dedicato al teatro italiano, insieme alla professoressa Colleen Ryan.
Anche alla fine dell’anno accademico 2016/17 ho scelto due conferenze, durante le quali ho presentato gli esperimenti di TwLetteratura seguendo due percorsi interpretativi diversi. La prima occasione è stata la conferenza Intersezioni 2017, svoltasi il 31 maggio e il 1° giugno a Firenze presso la Kent State University Firenze. Il tema della conferenza era, appunto, lo studio delle intersezioni tra le diverse arti e – in particolare – quelle che si formano tra le diverse arti ed espressioni culturali italiane e il periodo moderno, enfatizzando contatti non convenzionali. Mi è sembrato perciò opportuno presentare un’analisi di #Proverbi, il progetto proposto dagli studenti di Harvard alla comunità di Betwyll a novembre 2016, con cui abbiamo riscoperto insieme proverbi e dialetti italiani.
Il titolo del mio intervento era “#Proverbi: Contaminating Cultures and Languages”: presentando alcuni dei twylls prodotti durante il progetto, ho tentato di dimostrare che l’utilizzo di una metodologia basata sull’immediatezza e l’interazione può essere un modo nuovo e innovativo per approfondire un argomento importantissimo per la storia e l’identità italiana, ovvero la questione della lingua nazionale. I sei proverbi scelti dagli studenti americani sono stati infatti creativamente interpretati non solo perché il progetto richiedeva l’impiego di alcune delle regole stilistiche dell’OuLiPo, ma anche per la grande libertà su cui il metodo TwLetteratura si basa, che dà grande risalto a ognuno dei partecipanti. Il contenuto originario, dialettale e spesso risalente a secoli fa, è stato così immesso in un contesto innovativo, in cui lingue e culture diverse si sono mescolate approfondendo il contenuto dei vari proverbi.
In occasione del convegno La modernità letteraria e le declinazioni del visivo: arti, cinema, fotografia e nuove tecnologie, organizzato dalla MOD Società italiana per lo studio della modernità letteraria a Bologna nei giorni 22-24 giugno 2017, ho presentato un intervento più generale.
Inserito nella sessione parallela dedicata a “Scritture e nuove tecnologie”, ho intitolato il mio intervento “TwLetteratura: tutti scrittori, un unico autore”. Presentando alcuni tweets presi da #TweetQueneau, #LunaFalò e #TwSposi, ho presentato il metodo TwLetteratura alla luce della
teoria della ricezione del testo letterario, elaborata negli anni ’60 dalla cosiddetta Scuola di Costanza. Tale teoria rivaluta il ruolo del lettore come costruttore del significato del testo, un ruolo che – a mio parere – TwLetteratura enfatizza in maniera innovativa e mai accaduta prima. Ognuno dei tweets/twylls prodotti durante i giochi è infatti l’espressione visibile e concreta della personale ricezione di ogni lettore, che – a differenza di quanto accade di solito – trova una forma scritta, la quale si lega al testo di partenza ma anche a tutti gli altri micro-testi prodotti dagli altri partecipanti. Ognuno, in sostanza, sperimenta la scrittura; ma il ruolo autoriale rimane ben saldo, e anzi viene in questo modo rivalutato.
Durante queste conferenze, i miei interventi hanno ricevuto una accoglienza positiva. Essi infatti suscitano spesso curiosità e interesse per la particolare tematica che presento, della quale è mia cura fornire sempre un numero abbastanza significativo di esempi. Proprio lo studio di TwLetteratura come caso particolare di “ricezione attiva” dovrebbe essere al centro della mia ricerca di Dottorato.
Iuri Moscardi (@IuriMoscardi) – Classe 1986, camuno, laureato in Lettere Moderne a Milano, scopre grazie alla tesi Cesare Pavese e un po’ se ne invaghisce. Grazie a Pavese scopre la twitteratura, che crede sia un modo nuovo e fantastico di avvicinarsi ai libri e scoprirli. È dottorando di ricerca negli Stati Uniti. Nel tempo libero legge molto e tifa Juve.
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