#TwContare, il progetto di social reading ideato da Stefania Bassi e dedicato al film Il diritto di contare, si è da poco concluso. La professoressa Anna Maria Volpi ha partecipato con tre classi di una scuola secondaria di secondo grado: ci racconta come.
#TwContare è stato un progetto didattico in Creative Commons con il metodo TwLetteratura, ideato da Stefania Bassi e pensato per avvicinare tante studentesse alle materie STEM in occasione del Mese delle STEM, un’iniziativa lanciata nel 2016 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità.
Dall’8 al 23 marzo abbiamo giocato insieme su Twitter e Betwyll con il film Il diritto di contare di Theodore Melfi. Oggi intervistiamo la professoressa Anna Maria Volpi, che ha partecipato a #TwContare con tre classi dell’Istituto Tecnico Pino Hensemberger di Monza.
Quale aspetto di #TwContare ti ha spinto a iscriverti e partecipare? Questa volta abbiamo commentato un film, non un libro: come hai reagito a questa proposta e soprattutto come hanno reagito i tuoi studenti?
Credo molto nel valore di TwLetteratura e questo percorso, in particolare, mi è sembrato ricco di spunti di riflessione. I ragazzi hanno manifestato molto interesse anche se non è stato facile organizzarsi poiché abbiamo visto tutto il film (trattandosi di scuola superiore non ho lezione tutti i giorni) mentre sarebbe stato bello seguire le diverse scene come da calendario.
Lo scopo di #TwContare era di sensibilizzare e attrarre verso le STEM anche le studentesse.
Trasmettere questo messaggio stimolando a una ricezione partecipata, quale quella attraverso Twitter e Betwyll, ha raggiunto lo scopo, secondo te?
Sicuramente lo scopo è stato raggiunto. Posso aggiungere che insegno in un istituto tecnico dove, per gli indirizzi presenti (Informatica, Chimica, Scienze Applicate), il numero delle studentesse è davvero limitato (3-4 ragazze e 20 ragazzi in media) ma proprio per questo il progetto ha assunto maggior valore e la discussione sul tema si è rivelata particolarmente coinvolgente.
#TwContare si è svolto sia su Twitter che su Betwyll. Hai usato entrambi i social o solo uno? Quali caratteristiche, di Twitter o Betwyll, rendono questi social network adatti a progetti scolastici, secondo te?
In questo progetto ho utilizzato l’account Twitter della classe mentre in altri percorsi utilizzo l’applicazione Betwyll. Quest’ultima è molto utile per il commento di testi grazie alla semplicità di utilizzo e perché mette a disposizione il testo che gli studenti possono leggere e commentare. Entrambi i social si prestano all’attività scolastica perché il coinvolgimento degli studenti è garantito: tutti sono incuriositi dalla novità della proposta, dalla possibilità di lavorare in modo diverso, dall’opportunità di esprimere le proprie opinioni in un contesto di condivisione difficilmente realizzabile con altre modalità. Il limite di spazio a disposizione diventa un’occasione anche per gli studenti meno abituati a scrivere: il commento più divertente è “a 140 caratteri arrivo anch’io, prof!”.
Leggendo molti twyll di #TwContare, mi ha colpito lo stupore degli studenti di fronte a questioni che noi oggi giudichiamo assurde: le donne sottomesse agli uomini, o relegate a fare le mogli; le persone di colore separate dai bianchi. Purtroppo, corriamo sempre il rischio di scivolare nel baratro dell’ingiustizia. Quale ruolo e, soprattutto, peso ha oggi la scuola nella vita di giovani persone che un domani dovranno affrontare le sfide del futuro?
Anch’io mi sono stupita di fronte ad alcuni commenti increduli sul fatto che la situazione fosse davvero quella descritta nel film: questo mi porta a pensare che i cambiamenti di questi decenni siano per fortuna consolidati dal momento che tutti gli studenti si sono indignati di fronte alla discriminazione di genere e popolo. Certo, guardarsi attorno nella quotidianità è più difficile ma la scuola ha il dovere e gli strumenti per far riflettere i giovani sulla realtà in continua evoluzione, sull’importanza del rispetto di ogni diversità, sulla ricchezza e il valore di ciascuno.
Anna Maria Volpi: laureata in Lettere moderne presso l’Università Statale di Milano, ho una lunga esperienza nella scuola secondaria di I grado e insegno da cinque anni a studenti del Liceo delle Scienze Applicate e dell’Istituto Tecnico. Oltre alla letteratura e alla storia, amo la musica, il teatro e il cinema; mi piace sperimentare, trovare sempre nuove strategie e modalità per appassionare allo studio ragazzi che spesso sentono la scuola come qualcosa di lontano dal loro mondo. L’incontro con TwLetteratura, avvenuto grazie al laboratorio su Manzoni proposto ad una mia classe, è stato illuminante in tal senso poiché mi ha permesso di affrontare in modo diverso la lettura di un autore spesso “odiato”.
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