Benedetta Nascone è una delle tante docenti che utilizzano il metodo TwLetteratura per la didattica. Qui ci racconta perché ha scelto di presentarlo ai colleghi in un workshop.
Hai scoperto il metodo TwLetteratura partecipando attivamente con i tuoi alunni ad alcuni dei progetti didattici TwLetteratura. Quale credi che sia il vantaggio principale dell’utilizzo in classe di una metodologia basata su un social network, sia per l’alunno sia per l’insegnante?
Al giorno d’oggi, un’altissima percentuale di giovanissimi in età scolare ha un account su almeno un social network. Utilizzando il metodo TwLetteratura, vengono sviluppate tantissime abilità: oltre alla capacità di sintesi come tante volte si è detto – e che è una prerogativa di Twitter – si crea un ambiente di apprendimento che stimola la possibilità di argomentare, lo scambio, il saper lavorare in gruppo, la rielaborazione di quanto visto o letto, si impara cosa condividere, si prendono decisioni, e molto altro ancora.
Hai appena svolto un incontro come formatrice con altri insegnanti della tua scuola, durante il quale ti sei concentrata su TwLetteratura dopo aver parlato di coding e cittadinanza digitale. Quanto conta l’educazione ai social, soprattutto, come nel tuo caso, nella scuola primaria? Ritieni che l’educazione digitale sia un po’ sottovalutata, o quantomeno fatta passare in secondo piano, da parte di scuola e genitori?
L’educazione alla cittadinanza attiva e consapevole, e non solo digitale, è alla base di tutto nella scuola e nella società. I fatti di cronaca giornaliera di bullismo e cyberbullismo, la velocità con cui la tecnologia cambia ed entra nelle nostre case, il diverso modo di apprendere dei nostri ragazzi che arrivano già a scuola con delle conoscenze acquisite portano necessariamente la scuola a rivedere le competenze su cui lavorare per il futuro cittadino di domani. Sicuramente l’educazione alla cittadinanza digitale in passato è stata sottovalutata. Oggi c’è maggiore consapevolezza di quanto non è stato fatto e di quanto c’è da fare. Grazie al documento Indicazioni Ministeriali e Nuovi Scenari, al Piano Nazionale Scuola Digitale e a documenti europei, ONU e UNESCO che hanno stabilito di porre al centro della scuola l’educazione alla cittadinanza, abbiamo molti strumenti su cui poggiare le basi per fare della nostra scuola una scuola nuova. Vorrei anche citare il progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza nel linguaggio, Parole Ostili. E con TwLetteratura utilizziamo le parole: poche, ma studiate, valutate, ragionate.
Durante il workshop con i colleghi, hai proposto TwLetteratura come metodo innovativo per la didattica. Ci puoi raccontare come hai lavorato e perché hai deciso di proporti come formatrice?
Il corso di formazione che ho gestito fa parte di un unico progetto che si chiama Digit@L_Buozzi ed è strutturato in tre unità formative. Il mio corso si chiama “In … formiamoci” e prevede in tutto quattro incontri: Coding e pensiero computazionale; Cittadinanza digitale; Twitter e TwLetteratura e, infine, Ambienti digitali (Adobe Spark e Thinglink). Faccio parte del Team Innovazione e da tre anni sono referente di diversi progetti come TwLetteratura, EuCodeWeek, Programma il Futuro e Rosa Digitale, ma la cosa più importante per me è poter disseminare nelle mia scuola quanto appreso nei tanti seminari, convegni e corsi di formazione cui ho partecipato. In queste occasioni ho conosciuto personalmente Stefania Bassi a Futura Rieti, Paola Mattioli a Natale Digitale e Futura Bologna, e tanti altri professionisti della scuola e colleghi che disseminano in tutto il territorio attività innovative e interessanti.
Durante il mio workshop su Twitter e TwLetteratura, avevo a disposizione 3 ore. Ho iniziato a discutere le slide da me predisposte presentando Twitter, la sua storia, le sue funzioni, l’uso in generale nella didattica. Successivamente, ho presentato il sito TwLetteratura e tutte le attività che ho fatto con i miei alunni in passato, come #Twlupo, #TwChisciotte, #Twittabolario, #Twlumaca. Nella parte dedicata all’attività pratica, una volta divisi in gruppi di lavoro, ho spiegato i motivi per cui proponevo di twittare su alcuni articoli della Costituzione, presentando il progetto #TwCostituzione di Parole in cammino. Ho distribuito le griglie di carta su cui scrivere i propri tweet prima di pubblicarli. Gli articoli della Costituzione Italiana su cui ci siamo concentrati sono il 3, il 9 e il 21, che saranno parte integrante del nostro futuro lavoro a scuola.
Infine, come hanno reagito i colleghi alla tua proposta di farli twittare/twyllare? Se avete usato Twitter e Betwyll, quale social hanno preferito?
Sono stati accolti benissimo sia il corso sul coding sia quello su cittadinanza digitale. Si è creata una spaccatura quando ho proposto Twitter a scuola: alcuni docenti ancora contrari all’uso dei social network, anche a livello personale, non hanno aderito al corso perché non ne condividono l’uso. Altri docenti, tra cui colleghe prossime alla pensione e con difficoltà nell’uso delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione), si sono messe comunque in gioco aprendo un account Twitter.
La mia scelta è ricaduta su Twitter e non su Betwyll per due ragioni: la prima è far conoscere questo microblogging a loro ancora sconosciuto e la seconda è più pratica. Infatti, nella scuola primaria, non avendo ancora dei tablet personali, gli alunni utilizzano la LIM per twittare e il device personale dell’insegnante anche per scannerizzare foto o disegni: tutto ciò nel caso della TwLetteratura risulta più efficace con Twitter.
Benedetta Nascone. – Insegnante di scuola primaria e componente del Team Digitale dell’IC Monterotondo via Buozzi 18, a Monterotondo (Roma). Nella scuola da 17 anni, insegna Italiano, Storia e Arte ed è appassionata di didattica innovativa e digitale, coding, robotica e social reading. È referente del progetto TwLetteratura, Programma il Futuro ed EUCode.Week. Da tre anni segue TwLetteratura partecipando ai progetti #TwChisciotte, #TwLupo, #Twittabolario, #TwLumaca.
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