Dal 21 al 27 settembre il Polo del ‘900 di Torino ha ospitato il training degli studenti selezionati per la performance del progetto Eutopia Dystopia. Ecco il racconto di questa esperienza immersiva con l’artista Inga Gerner Nielsen.
Il training
La modalità in cui abbiamo formato i performer si divide in tre aree: teoria della performance e art-based research; metodi di intervista in ambito performativo; utilizzo del corpo e delle parole nella cornice finzionale di una performance interattiva.
Attraverso la teoria e la pratica, abbiamo mostrato agli studenti come una metodologia accademia, quale l’intervista qualitativa, può essere combinata all’arte per creare un’esperienza interattiva immersiva per il pubblico. Intervistandosi l’un l’altro sui propri ricordi, provando con gli occhi bendati ed esplorando i propri movimenti, gli studenti imparano a diventare performer interattivi, capendo allo stesso tempo com’è ritrovarsi nei panni di un partecipante.
Man mano che veniva integrato lo scenario futuristico di Eutopia Dystopia (in cui l’UE non esiste più e abbiamo perso ogni memoria digitale), agli studenti abbiamo insegnato come esplorare l’identità europea dei torinesi, e a raccogliere quello che emerge in un archivio somatico.
Il gruppo
Quando abbiamo avviato le selezioni per l’installazione, cercavamo un gruppo interdisciplinare di studenti che avessero una cosa in comune: voler lavorare artisticamente con le proprie competenze sociali. Come performer interattivo nelle mie installazioni one-to-one, occorre impegnarsi a sentire il pubblico; a scoprire come riuscire a generare fiducia in ogni nuovo partecipante che si incontra. Questo è cruciale quando bisogna portarlo a condividere ricordi personali con te.
Per quanto tutti gli studenti siano stati scelti sulla base di video-interviste, non ci aspettavamo certo un gruppo così meraviglioso e impegnato come si è dimostrato quello degli studenti italiani. Hanno affrontato ogni lezione ed esercizio con curiosità e determinazione ad imparare. Che si discutesse di arte e fenomenologia o che si chiedesse loro di immaginarsi in una bolla verde, si sono dimostrati attivi e concentrati. Mentre avanzavamo nel processo e chiedevamo loro di più, loro procedevano con noi ed erano pronti con domande ed esperimenti. La questione dell’identità europea e la connessione umana trovata in questa comunità sono molto importanti per loro, così come per noi, e non vediamo l’ora di continuare le sessioni di training a novembre!
I prossimi passi
Nel prossimo mese e mezzo, finché non ci ritroveremo di nuovo al Polo del ‘900, continueremo ad alimentare il fuoco che abbiamo acceso a settembre. Lo faremo principalmente su Betwyll e attraverso la pratica artistica.
Gli studenti parteciperanno infatti al progetto di social reading #EutopiaDystopia, ma dalla prospettiva del 2039. Questo, da un lato, sarà per loro un buon modo per entrare nella prospettiva finzionale della performance, e dall’altro, darà ai lettori un assaggio della performance di novembre.
Inoltre, gli studenti si cimenteranno con un piccolo compito di art-based research. Innanzitutto, dovranno scegliere un ricordo di un’esperienza profonda o artistica che hanno vissuto. Poi, ogni giorno per sette giorni, articoleranno quell’esperienza attraverso un mezzo creativo e documenteranno il processo e il metodo seguiti. Questo servirà a capire cosa significa condurre una ricerca attraverso l’arte, il che è uno degli aspetti che caratterizzeranno l’esperienza della performance. Da ultimo, verranno scelti i metodi definitivi da utilizzare per le interviste e l’interazione e si cercheranno costumi e oggetti di scena nei negozi di seconda mano.
Non vediamo l’ora di continuare il lavoro e ancora di più di tornare a Torino a novembre!
La performance
Nella performance Your Past belongs to Them Now, i performer incontreranno il pubblico in situazioni one-to-one ambientate in uno scenario futuro distopico. Nella finzione, i performer fanno parte di un gruppo di resistenza che cerca nuove modalità per riattivare sensorialmente i ricordi. Quello che il pubblico condividerà all’interno dell’installazione andrà a comporre un archivio somatico di storie perdute sull’identità europea.
La performance si svolgerà al Polo del ‘900 di Torino da venerdì 22 a domenica 24 novembre 2019, continuativamente nel corso delle tre giornate. L’evento è a ingresso gratuito, con posti limitati: sarà possibile accedere all’installazione a piccoli gruppi scaglionati nel tempo. Le modalità di accesso saranno regolate da un sistema di prenotazione online che attiveremo nelle prossime settimane.
Per l’occasione, nella serata di venerdì 22 novembre, FRidA – il Forum della Ricerca di Ateneo dell’Università di Torino – organizzerà un’edizione speciale di Parla con FRidA. Un’occasione informale per conoscere e chiacchierare con il team multidisciplinare dei ricercatori coinvolti nel progetto e confrontarsi sui temi sollevati dalla performance e dall’attività di social reading su Betwyll.
A breve tutti i dettagli, intanto segnate in agenda e seguiteci su Instagram!
Inga Gerner Nielsen è laureata in sociologia e in Arts in Modern Culture. Ha co-fondato i collettivi Club de la Faye e Fiction Pimps e l’associazione futuristica House of Futures. Il suo lavoro artistico e scientifico muove dal desiderio di esplorare e strutturare il modo in cui le persone vivono e riflettono sul mondo. Occupandosi di sociologia, ha sviluppato nuovi metodi qualitativi per documentare e studiare l’esperienza soggettiva dell’arte performativa e le situazioni sociali che rappresenta. È assistente di Performance Design alla Roskilde University e tiene corsi su strategie immersive, documentazione di performance e metodi di ricerca. Di recente ha insegnato Art in Context all’Universität der Künste di Berlino e New Performative Practices al DOCH, Stockholm University of the Arts.
Dagmar Bille Milthers si è laureata in Arte e Tecnologia all’Università di Aalborg (AAU) e attualmente lavora come assistente di Inga Gerner Nielsen e staff accademico nella facoltà di studi umanistici dell’AAU. In questi ruoli, utilizzerà il progetto per collaborare alla stesura di una pubblicazione accademica sull’uso delle tecniche di intervista in ambito finzionale con il professor Falk Heinrich, preside associato della facoltà di studi umanistici.
Eutopia Dystopia è un progetto biennale realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito del “Bando CivICa, progetti di Cultura e Innovazione Civica”.
Si ringrazia FRidA – Forum della Ricerca di Ateneo per il coinvolgimento nella promozione del progetto e nell’attività di ricerca.
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